Il fisco italiano si inasprisce nei confronti dei cittadini che vivono fuori dalla Penisola per più di un anno e non sono iscritti all’Anagrafe Italiana Residenti Estero (AIRE). Sono infatti in vista pesanti sanzioni che potranno arrivare fino a 5.000 euro.
Per fare chiarezza, per gli italiani all’estero l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria dalla fine degli anni ‘80, ma dal dicembre appena trascorso il governo ha deciso di istituire multe salate per i trasgressori, vale a dire tutte quelle persone che per qualsiasi ragione si sono trasferite all’estero sia provvisoriamente che in modo definitivo, e non abbiano provveduto a registrarsi all’anagrafe estera.
Nello specifico, le sanzioni saranno da 200 a 2.000 euro per ogni anno di mancata iscrizione all’AIRE, per un periodo di retroattività massimo di 5 anni, e fino a un massimo di 5.000 euro. La multa sarà inviata dal Comune italiano (che ne incasserà anche i proventi) nel quale il trasgressore risulta residente, dopo aver consultato le informazioni fornite dalla Pubblica Amministrazione, qualora emergessero elementi tali da comprovare che il soggetto effettivamente viva oltreconfine.
Come evitare problemi? Semplice: se si pensa di vivere all’estero per un periodo superiore a dodici mesi, sarà necessario dichiarare la nuova residenza entro 90 giorni dall’espatrio, contattando l’Ambasciata italiana, gli Uffici Consolari oppure online, tramite il portale “Fast it”.
Le multe sono solo però uno dei tanti problemi in cui si incorre in caso di mancata iscrizione all’AIRE. Altre sanzioni potrebbero infatti essere notificate dall’Agenzia delle Entrate, a seguito di ulteriori accertamenti fiscali su eventuali tributi non versati.
L’iscrizione all’anagrafe estera è infatti uno strumento usato dall’erario per il calcolo delle tasse e per svolgere controlli fiscali, oltre che per garantire alcuni diritti ai cittadini, come il rinnovo dei documenti e il diritto di voto.
Ma non finisce qui: la mancata iscrizione all’AIRE può portare a conseguenze anche sul lavoro regolarmente svolto all’estero. Essere considerati ancora residenti in Italia porterebbe infatti alla tassazione di redditi e retribuzioni percepiti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
I trasgressori si ritroverebbero quindi a dover pagare doppie tasse sul proprio stipendio sia al Paese in cui di fatto è residente, sia al fisco italiano. Se vigenti tra l’Italia e il Paese estero dove si vive, le leggi contro la doppia tassazione potrebbero alleggerire le cifre. ln ogni caso all’Italia sarà comunque dovuta la differenza di tassazione, oltre alle sanzioni per le omesse dichiarazioni dei redditi.
Vorrei sapere se è solo per coloro che hanno la ID Maltese