Minaccia la madre con un coltello mandandole anche messaggi minatori al cellulare, e il Tribunale gli nega la libertà provvisoria nonostante l’imputato non sia ancora maggiorenne.
Il ragazzo protagonista di questa brutta storia ha infatti appena 17 anni e problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, malgrado la giovane età. È accusato di minacce nei confronti della madre mediante l’uso di un coltello e di averla insultata, oltre che di abuso di apparecchi elettronici di telecomunicazione.
Secondo la testimonianza della presunta vittima, nonostante la denuncia riporti la data del 9 gennaio, i problemi avrebbero raggiunto l’apice lo scorso dicembre, nel periodo natalizio. Il ragazzo si sarebbe palesato alle spalle della madre armato di coltello, rivolgendole una frase agghiacciante: «Avresti mai pensato che oggi sarebbe stato il tuo ultimo giorno di vita?».
In un primo momento, la donna aveva scartato l’ipotesi chiedere aiuto, nonostante quel grave fatto fosse la conseguenza di tre anni di dipendenze dalle droghe del figlio. Ma la serie di messaggi minatori ricevuti nei giorni seguenti, sempre più preoccupanti e assidui, l’hanno spinta a rivolgersi alle autorità. Così il 9 gennaio la donna ha preso una tra le decisioni più difficili per una madre: denunciare il proprio figlio.
In Tribunale, il legale d’ufficio ha chiesto la libertà su cauzione per il giovane, che si è dichiarato non colpevole delle accuse. La linea difensiva ha tentato di fare leva sul fatto che l’imputato (che ora vive assieme al padre, dopo che la madre ha deciso di trasferirsi nella residenza estiva a causa dello shock subito) aveva chiesto aiuto alla Caritas per risolvere i problemi con le droghe, che tra le altre cose sarebbero diminuiti con l’inizio di un nuovo lavoro.
Gli avvocati della donna hanno confermato che il sospettato si sarebbe effettivamente rivolto alla Caritas, abbandonando però il programma di disintossicazione dopo appena due o tre giorni. Per questo motivo, i legali della madre si sono opposti alla richiesta di libertà su cauzione, almeno non prima della testimonianza della loro assistita.
Il Tribunale ha negato qualsiasi concessione al giovane imputato, che non potrà tornare a casa nonostante fosse stato accompagnato in aula dal padre. Il magistrato ha suggerito per il ragazzo una permanenza presso una struttura penitenziaria riservata ai minorenni, almeno fino alla prossima udienza.