Il Primo ministro Robert Abela potrebbe “riabilitare” Rosianne Cutajar, ex membro del Parlamento maltese e del Consiglio d’Europa. La laburista aveva lasciato entrambi gli incarichi a seguito dell’inchiesta riguardo i suoi rapporti con il miliardario Yorgen Fenech, unico sospettato di essere il mandante dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba nel 2017.
Secondo il Primo Ministro, Cutajar avrebbe pagato un prezzo politico sufficientemente alto per i propri errori. Lo stesso Abela starebbe quindi rivalutando la posizione della donna, paragonando i provvedimenti nei suoi confronti a una “condanna a morte politica”.
Secondo quanto riferito da Times of Malta, Abela avrebbe affermato che «sarebbe crudele non riconsiderare la sua posizione» e che «Ha già pagato un prezzo altissimo per ciò che ha fatto», per cui «ci sono diverse opzioni da valutare», senza però specificare se tra le opzioni ci sarà solo un suo rientro nel Partito Laburista, o addirittura una candidatura al Parlamento Europeo.
Dichiarazioni che però stridono con quanto affermato dallo stesso Abela proprio ai tempi delle dimissioni della Cutajar. All’epoca aveva infatti escluso categoricamente una nuova candidatura della donna, sottolineando che il suo allontanamento dal PL era dimostrazione di rettitudine da parte del governo.
Ma ora Abela sminuisce le colpe dell’ex parlamentare, lanciando una frecciata all’opposizione politica: «Molti parlamentari del PN hanno fatto cose peggiori ma ricoprono posizioni di rilievo e sono in prima linea per la prossima campagna elettorale».
Al momento Rosianne Cutajar è ancora attiva in politica in qualità di deputato indipendente, in attesa di conoscere il proprio destino.
Sulla questione è intervenuta l’Ong Repubblika, che non ha certo speso belle parole sulle dichiarazioni di Abela, affermando: «Una posizione pubblica non è un diritto di nessuno ma un privilegio riservato a persone degne di un incarico pubblico, che diano la priorità agli interessi degli altri rispetto ai propri. Escludere persone corrotte dagli incarichi pubblici non è una punizione per loro, ma una forma di protezione per i cittadini».
E ancora: «È chiaro che Abela, molto probabilmente su ordine di Joseph Muscat (ex Primo ministro dimessosi nel 2020, proprio sull’onda della bufera per l’omicidio Caruana Galizia) sta normalizzando l’associazione a delinquere del governo con Fenech. Il messaggio che Abela e Muscat vogliono lanciare è che non c’è niente di sbagliato nell’essere “comprati” da Fenech. Una cosa non è chiara: perché Joseph Muscat ricatta Robert Abela?».
Insieme a Cutajar, Repubblika ha tirato in ballo anche la recente nomina di Joseph Cuschieri come amministratore delegato dell’Ente governativo Project Green, dimessosi nel 2018 dalla guida della MFSA a seguito dei controversi viaggi pagati dall’imprenditore Yorgen Fenech finiti oggetto di un’indagine etica sul conflitto di interessi.
Secondo l’Ong, «la nomina di Joseph Cuschieri a una carica governativa dopo che si era dimesso da un altro incarico governativo quando fu sorpreso a farsi corrompere da Yorgen Fenech non è altro che un atto di riabilitazione ufficiale della mafia e dell’associazione corrotta tra criminali e governo».
Quindi affermare che Cuschieri e Cutajar «hanno pagato un prezzo sufficiente per il male che hanno commesso e non possono essere puniti per sempre» per Abela significa che «una carica governativa ed uno stipendio sono dovuti sia a loro sia a tutti coloro che appartengono o sono vicini al Partito Laburista».