Moviment Graffitti, Rota e Friends of the Earth Malta hanno espresso profondo disappunto nei confronti di Transport Malta e della Malta Maritime Authority in relazione alle «ingiuste politiche sulle biciclette elettriche a bordo del Gozo Fast Ferry che ostacolano i viaggi dei pendolari». Politiche talmente restrittive che «non hanno trovato riscontri analoghi in altre compagnie di trasporto pubblico per le e-bike in Europa».
Le tre Ong hanno puntato il dito contro le autorità dei trasporti locali ree di non essere ancora in grado di dare priorità al trasporto multimodale a bordo del traghetto veloce che collega le due isole, nonostante «la crescente necessità di affrontare i problemi legati al traffico e di rispettare gli obblighi ambientali di Malta nei confronti del pubblico e a livello internazionale».
Secondo il comunicato diffuso dagli attivisti, pare infatti che le medesime autorità abbiano “dato buca” all’incontro con gli esponenti delle Ong che era in programma per lo scorso venerdì alle ore 9, annullandolo la stessa mattina, dopo che i membri delle varie organizzazioni, alcuni dei quali provenienti da Gozo, erano già in viaggio o avevano già raggiunto gli uffici di Transport Malta a Lija. Una data che, tra l’altro, era stata fissata dopo il rinvio «con breve preavviso» della precedente riunione che si sarebbe dovuta svolgere all’inizio di questo mese.
«L’atteggiamento sfacciato delle autorità verso la questione in oggetto, e i cittadini che dovrebbe rappresentare, solleva dubbi sulle loro priorità. I rappresentanti delle organizzazioni vogliono ricordare che i loro stipendi sono pagati dai contribuenti e che il pubblico per il quale lavorano è la loro massima priorità e dovrebbe quindi essere trattato con rispetto anziché essere preso in giro».
Le tre Ong specificano inoltre di aver richiesto l’incontro dopo che l’operatore del traghetto veloce di Gozo ha iniziato ad applicare regole che limitano il trasporto delle biciclette elettriche, che vanno dall’obbligo di lasciarle parcheggiate all’esterno in condizioni che le espongono alle intemperie e all’azione delle mareggiate, all’imbarco con 20 minuti di anticipo.
«Tutte queste regole sono state messe in atto a causa di preoccupazioni esagerate e prive di prove, sulla combustione spontanea delle batterie agli ioni di litio», hanno sottolineato le organizzazioni.
L’incontro con le autorità sarebbe servito alle Ong composte da esperti nel settore, per sottolineare che «tali rischi sono intrinseci a tutti i tipi di batterie, comprese quelle delle auto elettriche, laptop, sigarette elettroniche e telefoni cellulari, e sono un risultato raro di manomissione delle batterie, uso di elettronica non affidabile o malfunzionamento durante la ricarica».
A questo proposito, per mitigare qualsiasi rischio di incendio, secondo gli attivisti sarebbe sufficiente spegnere le batterie delle biciclette elettriche durante il viaggio. Una tesi ulteriormente corroborata da Cycling Industries Europe, l’organizzazione per il settore ciclistico in Europa, che ha confermato che «le e-bike sono soggette a standard di sicurezza molto elevati, il che significa che i rischi di incendio sono minimi» e che, in pratica, «tutti gli incendi connessi alle batterie sono avvenuti durante la fase di ricarica».
Inoltre, secondo le tre organizzazioni, l’approccio “restrittivo” verso questo mezzo di trasporto risulta in netto contrasto con i significativi incentivi finanziari del governo per incoraggiare i cittadini a passare dalle auto alle biciclette elettriche, in particolare per i residenti di Gozo che, muovendosi con questo mezzo e il traghetto veloce da e verso Valletta contribuirebbero ad alleviare la piaga del traffico, l’inquinamento ambientale e la “dipendenza” dalle auto.
Moviment Graffitti, Rota e Friends of the Earth Malta hanno quindi sollecitato pubblicamente le autorità dei trasporti e gli operatori del traghetto veloce di Gozo a rivedere le loro politiche sulle biciclette elettriche per garantire un sistema di trasporto più inclusivo, efficiente e sostenibile, nel rispetto degli utenti del loro servizio.
«La semplice soluzione che proponiamo è quella di obbligare a spegnere la batteria elettrica durante l’imbarco del traghetto. Una soluzione economica e di facile attuazione» dichiarano le tre Ong, concludendo con: «In vista dei più ampi problemi di trasporto a Malta, della evidente mancanza di infrastrutture ciclabili e dei crescenti problemi di traffico, le autorità sembrano completamente incapaci di gestire queste questioni, e di agire quando la questione diventa urgente».