È tornata in aula la vicenda delle frodi ai contachilometri che vede sotto processo le concessionarie d’auto Rokku Autodealer (Ghaxaq) e Alexander Auto Sales (Qormi), ree di aver importato e venduto auto usate dal Giappone che, una volta arrivate a Malta, risultavano aver percorso molti meno chilometri di quanti realmente effettuati.
Accusati di manomissione dei contachilometri di 476 veicoli provenienti dal Sol Levante, i proprietari delle due concessionarie, Alexander Spiteri (48 anni), Roderick e Alison Vella (46 e 47 anni), si sono fin da subito dichiarati non colpevoli delle accuse mosse a loro carico.
Stavolta a parlare della propria disavventura è stata una donna che nel 2021 aveva acquistato una Mazda CXT dalla concessionaria di Qormi, con un tachimetro che segnava 19.000 km, salvo poi, svanita la “sensazione dell’affare” e appreso delle prime indiscrezioni circolanti sulla truffa, scoprire che il suo “nuovo veicolo” avesse già percorso, in realtà, 119.000 km una volta uscito dalla fabbrica.
Così, il giorno seguente, la donna si era recata dal proprietario della concessionaria che le aveva venduto l’auto trovando, di fatto, la sua collaborazione; secondo quanto riporta Malta Today, Spiteri avrebbe infatti riferito alla cliente che il problema si era verificato quando il mezzo era stato spedito dal Giappone, proponendole la sostituzione con un altro veicolo ma, dopo un mese che non arrivava, la questione si è chiusa con un assegno di rimborso da 18.500 euro.
La difesa degli imputati ha evidenziato come la società giapponese che rivendeva auto all’estero era stata bandita in Kenya, a seguito di un’indagine che aveva confermato la collusione con funzionari governativi del posto.
A prendere la parola è stato poi il turno di David Caruana, senior manager dell’Unità Licenze di Transport Malta che, come riporta il quotidiano in lingua inglese, ha riferito di essere stato informato della truffa nel maggio 2022, a seguito di una chiamata anonima pervenuta in ufficio che ha dato il via all’interruzione delle importazioni dei veicoli dal Giappone.
I controlli di tutte le vetture soggette a JEVIC hanno poi portato alla luce 476 casi in cui il chilometraggio indicato sull’auto era inferiore a quello indicato sul sito.
Le indagini hanno fatto emergere che tali discrepanze fossero riconducibili unicamente alle due concessionarie indagate, e la questione era poi stata trasmessa alle autorità dell’antiriciclaggio, salvo poi tornare nelle mani di Transport Malta ad inizio anno, con un cambio di gestione dei ruoli.
Quest’ultima ha riferito di aver tempestivamente inviato una circolare ai proprietari di veicoli potenzialmente coinvolti nella presunta truffa, dando il via alle trattative con l’azienda giapponese per collegarsi al loro database così da fare emergere eventuali simili problematiche.
I documenti manomessi sarebbero oggetto di una precisa contraffazione che li rendeva irriconoscibili rispetto a quelli originari, con un altro funzionario di Transport Malta che in tribunale ha dichiarato di non essere a conoscenza dei problemi legali che JEVIC ha incontrato in Kenya, reputando l’azienda che fornisce le letture del contachilometri una «organizzazione internazionale seria», aggiungendo: «Ci hanno sempre fornito dati corretti e non so cosa sia successo questa volta; non è compito di Transport Malta dirlo, ma della polizia».