Non è passata inosservata la decisione della Planning Authority di approvare i progetti di costruzione di un complesso residenziale a Xaghra costituito da 22 appartamenti e 20 garage seminterrati, proprio all’interno della “Buffer Zone” delineata dall’UNESCO per la tutela dei Templi di Gigantija.
Un provvedimento che ha allarmato il Comitato nazionale del Consiglio internazionale per i monumenti e i siti (ICOMOS), l’organo principale a tutela delle zone contrassegnate come patrimonio mondiale dell’umanità, che attraverso un post su Facebook ha espresso la propria preoccupazione per la deliberazione ottenuta con sette voti a favore e solo uno contrario:
«Siamo preoccupati che la decisione possa essere stata presa sulla base di dichiarazioni fuorvianti dei rappresentanti del richiedente durante l’udienza e riguardanti l’estensione della zona cuscinetto del sito patrimonio mondiale dell’UNESCO»
Il parco archeologico nato nel 1998 e composto da due templi eretti tra il 3600 e il 3200 a.C. è stato formalmente riconosciuto come Patrimonio UNESCO a partire dal 2006 per poi, nel 2015, trovare un’ulteriore estensione dei propri confini che però, secondo la versione di ICOMOS, non sarebbe stata presa in considerazione durante l’udienza, e che avrebbe, pertanto, portato ad una decisione viziata da informazioni errate e fuorvianti riguardo i limiti di questa area, più grande rispetto a quella presa a riferimento.
In caso di conferme riguardo la veridicità della ricostruzione precedente, il Comitato sarebbe già pronto a chiedere l’annullamento della decisione e l’apertura di un nuovo banco di discussione per questo progetto che, se dovesse “sconfinare” all’interno della zona cuscinetto, sarà necessariamente oggetto di ridiscussione, come riportato nel comunicato che solleva alcuni dubbi sulla correttezza dell’operato del governo maltese nella vicenda:
«Concedere questo permesso senza presentare una Valutazione d’impatto sul patrimonio culturale solleva gravi preoccupazioni in merito all’operato del governo che, in tal caso, avrebbe sfidato direttamente non solo l’UNESCO, ma anche autorità come la Soprintendenza ai Beni Culturali ed il Comitato Tecnico Nazionale per il Patrimonio Mondiale di Malta, tutte d’accordo sulla necessità di fornire una valutazione di impatto»
Nonostante l’appello diretto rivolto da ICOMOS al presidente del Comitato Tecnico Nazionale del Patrimonio Mondiale per rendere pubblici i dati relativi ai lavori compiuti nell’area, congiuntamente alla richiesta di una presa di posizione pubblica del Primo Ministro e del Ministro della Cultura, permane un sostanziale silenzio da parte delle istituzioni maltesi, fatta eccezione per la Planning Authority che afferma come «Questo sviluppo residenziale sia stato ridimensionato e non comprometterà l’area d’importanza archeologica nelle vicinanze dei templi di Gigantija».
Incalzato dalle domande del Times of Malta, il ministro dell’Urbanistica Stefan Zrinzo Azzopardi ha preferito limitarsi a confermare l’impugnabilità della decisione, glissando inoltre sulla questione dello sconfinamento senza aggiungere altro rispetto a quanto affermato dalla nota della PA, largamente chiacchierata dalle associazioni e dai residenti dell’arcipelago.