Oggigiorno le automobili rappresentano molto più di un semplice comfort o una passione, divenendo uno dei “luoghi” in cui trascorrere sempre più tempo durante la giornata.
Questo rapporto viscerale tra uomo e macchina ha innescato il fenomeno del «road rage», o rabbia stradale, che negli ultimi anni ha colpito svariate persone, a prescindere da età o genere, affette da atteggiamenti aggressivi e rabbiosi che, nella maggior parte dei casi, sottendono stati conflittuali molto più profondi.
Come nel caso di Julian Cucciardi, 30enne originario di Zebbug, che il 20 luglio 2021, mentre guidava il suo furgone sulla Qormi Road di Marsa, ha causato diversi danni a un veicolo e, non contento, ha “completato l’opera” aggredendo con calci e pugni anche il conducente.
Infatti, secondo la testimonianza della vittima che quella mattina si stava recando al lavoro, il furgone dell’iracondo automobilista pare essersi affiancato alla sua macchina per poi sorpassarla e, improvvisamente, ha innescato la retromarcia finendo per colpire con il pianale di carico il veicolo alle sue spalle.
Probabilmente intimorito dall’aggressività palesata dal Cucciardi, già noto alle autorità sempre per reati alla guida, la vittima ha cercato di fuggire a tutta velocità dall’uomo finendo, però, imbottigliato nel traffico pochi metri più avanti.
Così, non contento dei danni già arrecati al veicolo, l’imputato avrebbe inseguito l’automobile per bloccargli nuovamente la strada e continuare l’alterco aggredendo con calci e pugni la macchina e il povero malcapitato, il quale, secondo i referti medici, avrebbe subito solo qualche lesione superficiale al volto.
Testimone della scena surreale un medico che si trovava in viaggio quel giorno proprio a fianco dei due veicoli e che, dinnanzi alla corte, ha confermato la versione della vittima spiegando come abbia anche provato a sedare la violenta lite.
Dichiaratosi innocente delle accuse mosse a suo carico per danneggiamento di proprietà privata e aggressione, Cucciardi ha infine ammesso di aver colpito il veicolo della vittima in quanto, secondo lui, sarebbe stato ripetutamente insultato davanti ai suoi figli che erano a bordo del mezzo.
Dal canto suo la corte non ha creduto alla versione del trentenne, smentito dalle prove che davano ragione alla testimonianza della vittima, sottolineando inoltre come l’imputato sia affetto da evidenti problemi di gestione della rabbia, che non riesce a placare neanche in presenza dei figli.
Cucciardi è stato condannato a 20 mesi di carcere, e dovrà inoltre intraprendere un percorso di cure per 3 anni per affrontare il problema. A tutela della vittima, invece, è stata disposta un’ordinanza restrittiva della validità di un anno.