Ennesimo terremoto in casa Enemalta con il CEO, Jonathan Cardona, che nonostante la smentita arrivata due mesi fa dal Ministro dell’Energia Miriam Dalli che garantiva come l’ad non avrebbe subito ripercussioni a seguito della lunga serie di black out che hanno messo in ginocchio l’arcipelago quest’estate, “lascia il timone” in mano al presidente Ryan Fava, ora insignito anche di poteri esecutivi.
Secondo le versioni ufficiali, Cardona, in precedenza supervisore per Kommunita Malta del sistema finanziario per il rilascio dei passaporti, avrebbe deciso di cogliere «una nuova opportunità di carriera» dopo il passaggio di consegne che avverrà nelle prossime settimane.
Una scelta singolare quella di Enemalta di non sostituire il proprio amministratore delegato conferendo i poteri esecutivi a Fava, dal 2002 alla guida della società energetica maltese, e che attraverso queste parole ha descritto le strategie future dell’azienda:
«Enemalta ha un futuro brillante davanti a sé con progetti importanti, come lo sviluppo dell’energia rinnovabile offshore, maggiori investimenti nelle energie rinnovabili terrestri, la creazione di sistemi di stoccaggio di grande capacità, nuovi interconnettori e l’elettrificazione di veicoli e porti»
Ambizioni senza dubbio molto alte per Enelmalta che, a seguito degli indelebili disservizi energetici, già in passato aveva provato a voltare pagina con l’allontanamento dell’ingegnere Jason Vella, rimosso dall’incarico dopo 3 anni – come ricorda Times of Malta – per essersi scusato pubblicamente riferendo come alla base dei disagi vi fosse una sostanziale inadeguatezza della rete infrastrutturale.
Al suo posto era stato incaricato proprio lo stesso Cardona che, fin da subito, ha dovuto fare i conti con gli stessi fantasmi affrontati dal predecessore e palesati dai numerosi blackout dello scorso luglio che avevano portato al collasso della fornitura elettrica dell’arcipelago, già piegato dalle impietose temperature torride.
Proprio Miriam Dalli aveva ricondotto all’ondata di caldo anomalo la causa del surriscaldamento dei cavi sotterranei difendendo l’operato e la posizione di Cardona. Dichiarazioni che ora stridono dinnanzi al cambio di rotta ai vertici, innescando dubbi sulla posizione dello stesso ministro che, come sottolineato dal deputato PN Mark Anthony Sammut, «o ha mentito ignara di cosa stesse succedendo a Enemalta, oppure il controllo non è più nelle sue mani». Sammut poi incalza:
«Questa notizia conferma anche che Robert Abela riconosce che le persone hanno dovuto assumersi la responsabilità dei blackout subiti durante l’estate, causati da incompetenza e mancanza di pianificazione»
Cardona colpevole, quindi, o capro espiatorio? Questa la domanda che si pongono in molti dopo l’addio del CEO, ringraziato dallo stesso Fava per il suo apporto negli ultimi due anni nel guidare le operazioni e i progetti infrastrutturali di Enemalta aggiungendo, inoltre, come l’azienda stia premendo l’acceleratore in direzione del potenziamento del sistema di distribuzione elettrica per prepararsi a raggiungere gli ambiziosi traguardi dichiarati.