Nell’ultimo biennio la Commissione Europea guidata da diversi Stati, tra i quali non figura l’Italia, si è schierata con forza contro Viktor Orban e la legge ungherese che vieta «la promozione dell’omosessualità» ai minori sui media e nelle scuole, portando alla decisione di sospendere i 7,2 miliardi di sostegni economici del Recovery Fund a causa delle gravi violazioni dello Stato di diritto registrate a Budapest e dintorni.
Mentre tra i corridoi eurostellati si continua a cercare la ricetta per prevenire i crimini d’odio, durante una sessione del Parlamento Europeo il 42enne deputato laburista, Cyrus Engerer, è tornato sul tema puntando il dito contro l’operato del governo italiano predicato di cancellare dai palinsesti della tv pubblica contenuti LGBTIQ+.
A far scalpore, però, la didascalia allegata al video del suo intervento pubblicato sul profilo instagram personale dove parla di “fascisti italiani”, con tanto di hashtag “dedicati” a Giorgia Meloni, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e al Ministro degli affari esteri Antonio Tajani:
«Non smetteremo di combattere i fascisti italiani quando si tratta di diritti LGBTIQ. La loro ultima mossa, dopo Russia, Ungheria e Polonia, mira a cancellare la diversità dell’emittente pubblica italiana»
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Durante il suo discorso dai toni accesi il politico maltese ha inoltre nominato cinque conoscenti che si sono tolti la vita perché sentivano che la società non li avrebbe mai approvati, dedicando loro la personale lotta intrapresa in nome dei diritti della comunità LGBTQ+:
«Marciamo per voi. Legiferiamo per voi. Combattiamo per voi in questo Parlamento, nella televisione italiana, nelle librerie ungheresi e nelle strade polacche»
Le parole al vetriolo di Engerer nei confronti del governo italiano e dell’opera di “censura” all’interno dei palinsesti della televisione pubblica arrivano proprio qualche mese dopo il primo sì registrato dalla Camera per il reato universale per la maternità surrogata che renderebbe questo tipo di pratica perseguibile, anche se commessa all’estero, con un massimo di due anni di carcere e multe da 600 mila a un milione di euro.
Firmatario di questa risoluzione ungherese nonché attivista dei diritti civili, Engerer negli ultimi anni si è trovato al centro delle critiche a seguito della condanna con sospensione della pena rimediata nel 2014 per revenge porn ai danni dell’ex fidanzato, vittima della pubblicazione da parte del laburista di contenuti sensibili e privati, che lo costrinse al ritiro anzitempo dalla campagna elettorale per il Parlamento Europeo.
Una scalata ripresa però nel 2019, quando, a seguito delle dimissioni di Miriam Dalli, Cyrus Engerer si è candidato nuovamente arrivando a ottenere la nomina di capo-negoziatore con l’Ungheria per rivedere i termini della tanto discussa legge, toccando il 69% dei voti a favore da parte dei colleghi eurodeputati.
Seppur condivisibile l’oggetto del messaggio del deputato maltese, lascia perplessi il riferimento a un’epoca buia e lontana per il Belpaese che sembra però attuale per Engerer, che con quella controversa frase confermerebbe un “vuoto di memoria” (e forse politico) nei confronti delle storie delle migliaia di italiani che hanno sfidato la morte e sacrificato la propria vita per liberare l’Italia dal giogo fascista e che, siamo sicuri, non sarebbero felici di leggere l’accostamento “tributato” dal politico maltese.