A quanto pare la conferenza stampa tenuta lo scorso venerdì mattina dal presidente di Repubblika, Robert Aquilina, all’ingresso della sede della PBS a Gwardamangia non è andata giù ai vertici dell’emittente pubblica nazionale che hanno sporto denuncia alla polizia in merito alla vicenda.
Imbracciando uno striscione con la scritta “Censura”, la Ong aveva evidenziato la necessità di un cambiamento nella linea del palinsesto dopo il “clima di censura” che aveva caratterizzato i programmi andati in onda negli ultimi due anni, che non avevano offerto equo spazio a tutti gli esponenti della società, compresi quelli più “scomodi” per l’attuale governo, come Repubblika.
Insieme al suo legale, Therese Comodini Cachia, Aquilina è così comparso martedì pomeriggio alla stazione di polizia di Hamrun per essere interrogato sull’accaduto dagli agenti che, secondo quanto ha riferito, si sono rifiutati di dirgli i motivi per i quali era stato accusato ed altri dettagli sulla natura della denuncia sporta nei suoi confronti, compreso chi l’aveva siglata.
«Considero la denuncia della PBS e la decisione delle forze dell’ordine di convocarmi per questo interrogatorio come un atto intimidatorio che viola i miei diritti fondamentali di espressione» ha dichiarato Aquilina, sottolineando come l’atteggiamento della direzione della PBS sia un «inaccettabile affronto alla democrazia», che ha scelto di sfruttare la polizia per cercare di mettere a tacere un’informazione di interesse pubblico divulgata da Repubblika grazie al supporto dei giornali che hanno dato spazio alla notizia.
Il tutto, secondo Aquilina, «assume un aspetto ancora peggiore se si pensa che, grazie ai giornalisti, abbiamo scoperto che l’attuale presidente della PBS, Mark Sammut, è uno dei protagonisti dello scandalo “patenti facili”».
Il presidente di Repubblika ha citato le conversazioni pubblicate di recente da Times of Malta dalle quali emerge che l’attuale presidente dell’emittente nazionale era uno dei soggetti soliti contattare «in modo insistente ed arrogante» l’ex direttore delle licenze di Transport Malta, per passargli i nomi di alcune persone da “aiutare” a superare il test della patente di guida.
Alla luce di quanto emerso, Aquilina ha chiesto le dimissioni o il licenziamento in tronco di Sammut dalla presidenza della PBS, sottolineando l’ironia del tempismo con il quale è è stata sporta la denuncia nei suoi confronti, il giorno dopo che il Primo Ministro ha dichiarato che presenterà degli emendamenti volti a rafforzare i media e la libertà di espressione a Malta.
«Se Robert Abela vuole essere preso sul serio (..) non ha altra scelta che rimuovere subito Mark Sammut dalla carica di presidente della PBS e avviare una riforma della radiodiffusione pubblica che porterà ad una trasmissione nazionale in cui tutte le voci siano ascoltate, anche quelle più critiche» ha dichiarato il presidente di Repubblika.
Non sono poi mancate le stoccate al Commissario di polizia Angelo Gafà, reo di aver chiesto di interrogare “in tutta fretta” Aquilina dopo la denuncia sporta qualche giorno fa dalla PBS, mentre lo stesso presidente Mark Sammut e “i suoi amici” non sono stati ancora arrestati nonostante tutte le prove di abusi eclatanti commessi a Transport Malta.
Insomma, «invece di interrogare il presidente della PBS e coloro che sono coinvolti nello scandalo “patenti facili”, oppure di arrestare chi ha organizzato la frode criminale dei falsi certificati medici di invalidità, oggi la polizia vuole interrogarmi su una conferenza stampa che abbiamo tenuto davanti all’edificio della PBS» ha dichiarato il presidente di Repubblika, sentenziando ancora una volta: «Gafà oggi rappresenta un’oasi di tranquillità per i delinquenti in giacca e cravatta che sono parte integrante del governo».
Robert Aquilina ha poi precisato che considera quanto accaduto oggi come: «un atto di bullismo dello Stato nei confronti della società civile che ha come protagonisti la direzione della PBS guidata dal presidente Mark Sammut e le forze di polizia guidate dal commissario Angelo Gafà», ma rappresenta anche un «atto di prepotenza alla libertà di espressione di tutti noi».
Il presidente di Repubblika ha poi concluso promettendo di «combattere con ogni mezzo questo comportamento oppressivo», sia a Malta sia portando la questione oltre i confini nazionali.