La Ong Repubbika è tornata a far sentire la propria voce in occasione del lancio del nuovo palinsesto dell’emittente pubblica PBS che andrà in onda a partire dal prossimo lunedì, evidenziando la necessità di un cambiamento della linea dopo il “clima di censura” che ha caratterizzato i programmi andati in onda fino allo scorso giugno, dove è stata riscontrata anche una grave carenza di giornalismo d’inchiesta e di programmi con dibattiti sull’attualità su TVM.
«Ciò è stato fatto per una sola ragione: soffocare i confronti nel nostro Paese, in modo che i maltesi e i gozitani non sappiano e non discutano di ciò che sta accadendo nel loro stesso territorio» ha dichiarato Robert Aquilina nel corso di una conferenza stampa davanti alla sede della PBS a Gwardamangia, aggiungendo che la scelta è stata fatta per mettere a tacere “voci scomode”, come quella di Repubblika, ricordando al governo e alla direzione della PBS che l’emittente nazionale, in grado di raggiungere un pubblico su vasta scala, è obbligata promuovere e sostenere i dibattiti democratici e a dare spazio equamente a tutti gli esponenti della società, compresi quelli più “scomodi” per l’attuale governo.
Stessa cosa per la copertura delle notizie che, anche sui temi legati alla politica, dovrebbe essere imparziale ed equilibrata, fornendo un quadro veritiero ed esaustivo di ciò che accade a Malta, come afferma il Consiglio d’Europa e l’European Media Freedom Act che, per emittenti nazionali come la PBS, suggerisce la necessità di fornire pluralità di informazione e di opinioni al proprio pubblico in maniera imparziale.
«Negli ultimi anni la PBS ha fatto esattamente il contrario; è servita al governo come strumento per soffocare e censurare le voci, soprattutto quelle più critiche nei suoi confronti» ha aggiunto il presidente di Repubblika, sottolineando la scarsità di copertura delle notizie sui diversi eventi organizzati in questi anni da parte della Ong, compreso il fatto di «non essere mai stati invitati ad intervenire in nessun programma PBS negli ultimi due anni» e «non per mancanza di giornalisti che seguono le nostre attività, ma per imposizioni “dall’alto”».
«La nostra voce non è mai stata ascoltata in nessun programma PBS da più di due anni» ha incalzato Aquilina, «Neppure i pochi programmi che hanno relegato nelle fasce secondarie hanno avuto la decenza di concederci nemmeno un minuto di spazio per dire la nostra», ed è «quindi evidente che l’emittente nazionale non è riuscita a dare spazio a tutte le voci del Paese».
Una «censura sistematica» che il presidente della Ong della società civile ha dichiarato di non essere più disposto ad accettare, poiché avvenuta «non per volontà dei giornalisti e dei produttori tv, bensì perché imposta da Castiglia e dalla direzione partigiana della PBS».
Aquilina ha inoltre precisato che non basta che le proteste della Ong vengano riportate in fondo ai notiziari e per pochi secondi, con il loro messaggio “filtrato” per tutelare gli interessi del partito al governo: «Vogliamo parlare di tutto ciò che è sbagliato nel nostro Paese e a cui dobbiamo iniziare a porre rimedio», perché «è nostro dovere parlare e informare la gente, ed è obbligo della PBS darci lo spazio per farlo».
Repubblika ha inoltre chiesto che la selezione del nuovo responsabile dei notiziari per la PBS avvenga tramite un procedimento meritocratico e trasparente, pertanto che venga selezionata una persona competente tramite un bando e non su indicazione di un ministro o del Primo Ministro. «Il nostro Paese merita di trasmettere informazioni limpide e vere, senza interferenze politiche né “propaganda castigliana”» ha dichiarato Aquilina, menzionando quanto indicato sempre nell’European Media Freedom Act attualmente al vaglio del Parlamento Europeo, in cui si dice che tali nomine debbano avvenire nella massima trasparenza, selezionando persone totalmente estranee al governo, come previsto anche dalla legge europea sulla libertà dei media.