La vergogna e lo scempio, dettati da un’azione del tutto arbitraria e violenta che si è consumata lo scorso 20 settembre in Italia, con l’uccisione di dieci animali innocenti, ospiti da tempo all’interno del rifugio “Progetto Cuori Liberi” situato in un comune del pavese, ha indignato le numerose associazioni animaliste presenti sul territorio italiano e non solo e fatto conoscere al mondo intero un Paese che è piombato, con le sue scelte deliberate, in un nuovo e profondo medioevo.
La diffusione dell’influenza suina africana nel mondo ed ultimamente anche e soprattutto in Italia, sembrerebbe aver fatto scattare l’allarme e poiché la Lombardia è il più grande sfruttatore di suini in Italia, le autorità governative hanno dato il via libera per macellare migliaia di maiali, al fine di evitare che anche gli altri suini venissero infettati di conseguenza.
La grave colpa in tutto questo sta nel fatto che i dieci maiali uccisi o meglio trucidati all’interno del rifugio nel comune di Sairano, non erano malati e non sono state neanche appurate le loro reali condizioni di salute, ma per partito preso sono stati ritenuti tali e assassinati da forze dell’ordine e veterinari, piombati sul posto come avvoltoi.
Per tale motivo, lo scorso 23 settembre, sull’onda delle proteste in atto nel Belpaese, gli attivisti di “Animal Liberation Malta” hanno manifestato contro tale decisione recandosi simbolicamente fuori dalla sede dell’Ambasciata d’Italia a Valletta dove, imbracciando cartelli con le fotografie ed i nomi dei dieci maialini uccisi, hanno letto una lettera di protesta indirizzata all’ambasciatore italiano a Malta.
Gli animalisti maltesi hanno espresso sostegno all’associazione “Cuori Liberi”, condannando il vile gesto ed affermando: «L’Italia, da sempre un pilastro nell’innovazione, ora sta facendo molti passi indietro anziché dare spazio alla scienza che potrebbe sviluppare nuove tecnologie in modo etico, offrendo agli imprenditori italiani l’opportunità di espandersi a livello locale, in tutta Europa e a livello internazionale».
Nella lettera di protesta si fa chiaramente riferimento all’utilizzo della “carne sintetica” come possibile alternativa alla vergogna dello sfruttamento intensivo che, allo stato attuale, il governo italiano ha bocciato.
Gli attivisti hanno voluto inoltre ricordare tutte quelle persone che, negli anni, hanno avuto cura ed hanno amato i dieci maiali uccisi, «che altrimenti sarebbero stati destinati certamente a finire nel piatto di qualcuno».
«Animali che avevano imparato di nuovo a fidarsi degli umani, ma sono stati ingannati ancora una volta dalla stessa specie» hanno sottolineato i manifestanti di “Animal Liberation Malta” nella lettera indirizzata all’ambasciatore italiano affinchè quest’ultimo si faccia portavoce, nel territorio italiano, dell’indignazione di tutti quei cittadini maltesi che hanno ancora a cuore il destino di questi esseri senzienti ed intelligenti.
Infine, gli attivisti hanno ricordato i nomi dei dieci animali assassinati, elencandoli uno ad uno: Crosta (1 anno), Freedom (5 anni), Crusca (2 anni), Pumba (5 anni), Dorothy (16 anni), Mercoledì (3 anni), Bartolomeo, (6 anni), Ursula (6 anni), Carolina (6 anni), Spino (3 anni).