Il governo ha presentato la Regional Development Strategy (RDS), ovvero il piano strategico decennale mirato all’introduzione di politiche e incentivi statali che possano favorire una transizione economica e sociale di Gozo e che, come confermato dal Primo Ministro Robert Abela, enuncia una visione chiara per il futuro:
«Vogliamo trovare un equilibrio tra l’attività economica e l’aspetto sociale e ambientale dell’isola»
Tale piano rappresenta la risposta ai malumori esternati in questi anni dai cittadini gozitani per l’intensificazione dello sviluppo edilizio “oltraggioso” che, oltre ad aver incrinato l’identità, la qualità della vita e il benessere degli abitanti dell’isola gemella di Malta, avrebbe inoltre – secondo i residenti – contribuito alla progressiva perdita del fascino del suo territorio.
Per questa ragione l’RDS partirà dalle problematiche causate dalla crescita demografica e dalla recente espansione urbana e, pertanto, diramerà le basi della sua strategia attorno a tre filoni principali: crescita economica, valorizzazione del patrimonio culturale e corretto sfruttamento del contesto urbano e rurale.
Per quanto riguarda il primo punto si va in direzione di una diversificazione dell’economia gozitana in favore della qualità di vita sull’isola, ponendo così le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro e offrendo prospettive alettanti per start-up, aziende medio-piccole e talenti provenienti dall’esterno; il tutto, favorito dall’exploit delle tecnologie green, con Abela che ha confidato come Gozo sarà la prima località maltese a diventare «carbon neutral».
Nella stessa maniera saranno implementate nuove opere e attrazioni in grado di attrarre visitatori sull’isola e favorire il passaggio dall’attuale turismo di “massa” a uno più sostenibile e considerato di “qualità”, in modo da ridurre inoltre la pressione eccessiva a cui le infrastrutture e l’ambiente gozitano vanno incontro nei periodi di maggiore affluenza.
Per valorizzare l’identità dell’isola, invece, il primo obiettivo sarà quello di far riscoprire i patrimoni del territorio proprio ai cittadini, compiendo ulteriori sforzi per realizzare un “vivaio” di talenti locali sostenuti da maggiori opportunità vicino a casa, tra cui, la rivitalizzazione delle opere storiche in chiave moderna per offrire nuova vita al retaggio gozitano.
Un altro passo in tale direzione sarà apportato dal rafforzamento del dialogo culturale e dalla promozione di un senso più profondo di appartenenza e dell’identità comunitaria unica di Gozo favorendo, inoltre, le politiche di integrazione degli immigrati e investendo al tempo stesso sulle strutture di governance culturale regionali.
La sorpresa più grande è emersa dai piani infrastrutturali che sembrano non prendere più in considerazione la realizzazione del tunnel sottomarino che si sarebbe dovuto estendere su 14 chilometri percorrendo il fondale marino tra la Baia di San Paolo e Nadur, fungendo così collegamento tra Gozo e Malta.
Semaforo giallo quindi per questo avveniristico progetto in stallo ormai dal 2021, con l’attenzione governativa che sembrerebbe virata a suon d’investimenti in direzione dell’efficientamento del Canale di Gozo, dell’ammodernamento dell’eliporto locale e della probabile espansione del porto di Mgarr, rivendicando inoltre la recente introduzione del servizio di traghetto veloce.
Inoltre, distaccandosi dall’edilizia intensiva del recente passato, il piano esterna la volontà di proteggere le peculiarità urbane e architettoniche dell’isola, optando per una maggiore pedonalizzazione degli spazi pubblici e preservazione dei villaggi e delle piazze gozitane.
Alla luce di tali proposte, il governo ha di fatto comunicato come il progetto sia passato in secondo piano – «deve essere riconsiderato il piano di un collegamento sottomarino tra Gozo e Malta e riesaminata l’analisi costi-benefici dello stesso» – lasciando inoltre intendere che il tema sarà affrontato durante la discussione sul Bilancio 2024 programmata, anche se non ancora ufficializzata, per il mese di ottobre.
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