La Malta Film Commission (MFC) è sotto la lente d’ingrandimento per il sistema di “cash rebate” per le grandi produzioni cinematografiche, che sta costando decine di milioni di euro arrivando a toccare cifre impressionanti: 143 milioni di euro nell’ultimo quinquennio.
A condurre le indagini sarà il National Audit Office (NAO), che dovrà verificare che questa strategia di mercato porti effettivamente benefici in termini di ritorno economico all’economia dell’arcipelago.
Tutto è partito dalla richiesta del Partito Nazionalista, che si è rivolto al revisore generale del NAO, Charles Deguara, per fare piena luce sulle spese della Malta Film Commission, a fronte dei contributi di rimborso da capogiro versati alle produzioni straniere, 46 milioni di euro solo per la realizzazione a Malta del sequel de “Il Gladiatore”, tra l’altro al momento interrotto a causa del protrarsi dello sciopero degli attori di Hollywood.
Nello specifico, il PN chiede che venga fatta chiarezza sulla provenienza dei fondi elargiti dalla Commissione cinematografica, in quanto il Bilancio 2023 indicava solamente 11 milioni di euro destinati al programma di incentivi, una cifra ben al di sotto dell’attuale.
A fronte di ciò, NAO indagherà su due fronti, sulla MFC stessa e sugli enti governativi associati, al fine di verificare la trasparenza delle spese approvate e rimborsate con i soldi dei contribuenti. Perché di questi si tratta.
Dal canto suo, Deguara ha già confermato che le pratiche di accertamento sono già state avviate. Il revisore generale ha infatti dichiarato che l’indagine esaminerà anche il processo di approvazione, assegnazione e spesa dei fondi, che tutto sia conforme alla normativa UE e che la Commissione abbia verificato se i beneficiari dei contributi avessero realmente diritto di riceverli.
Inoltre, NAO valuterà se MFC stia supportando le produzioni locali interessate ad accedere agli incentivi, e non sia concentrata solo sulle “big” straniere.
Il Commissario per il Cinema Johann Grech e anche il ministro del Turismo, Clayton Bartolo, hanno respinto le domande sulle spese crescenti della Commissione e, nelle scorse settimane, hanno affermato che le rivelazioni su come i soldi dei contribuenti vengono spesi per i film stranieri sono un «attacco pericoloso» a Malta e alla stabilità dell’industria cinematografica che genera numerosi posti di lavoro.
Bartolo e Grech hanno difeso le scelte, affermando che lo schema è approvato dall’UE e funziona in modo simile a quello adottato da altri Paesi.
Nella giornata di oggi, sempre Johann Grech pare sia stato piuttosto evasivo nel rispondere alla domanda posta da Malta Today, che gli ha chiesto se ritiene che l’avvio delle verifiche sulle operazioni della MFA da parte del NAO siano giustificate. «L’industria cinematografica è un motore economico che rafforza anche l’immagine del Paese» ha affermato Grech, aggiungendo che «ogni film viene controllato», quindi «attendo con ansia l’analisi e il rapporto del NAO».
Stessa cosa per le critiche sui budget destinati dalla Commissione ai grandi eventi come per i Malta Film Awards per i quali, secondo Grech, «il Ministero del Turismo e la Film Commission hanno sempre pubblicato i resoconti finanziari».