Sono tornati sul banco dei testimoni Agostin Marku e Xhovano Ndoci, i due giovani albanesi colpevoli dell’aggressione subita da Louis Spiteri, 62 anni, assalito e ferito gravemente durante la sua abituale seduta di jogging mattutina nel giugno 2022 sul lungomare di Sliema.
Infatti, come emerso a seguito delle confessioni dei due aggressori, il committente del selvaggio pestaggio sarebbe l’ex genero della vittima, Matthew Joseph Schembri, imprenditore già finito negli onori della cronaca come uno dei 5 indagati per il crollo dell’edificio in costruzione a Kordin dove perse la vita il 20enne Jean Paul Sofia.
Ancora oggi non è chiaro se l’obiettivo ultimo dei due sicari fosse “solo” quello di ferire Spiteri. Infatti, a seguito dell’arresto avvenuto poco dopo l’aggressione, anche grazie all’intervento di due ragazzi maltesi accorsi ad aiutare la vittima immobilizzando uno dei due criminali, addosso a uno dei due, la polizia aveva rinvenuto un grosso coltello.
Dopo il fermo, i due malviventi avevano dichiarato alle forze dell’ordine di essere stati ingaggiati per fare del male a Spiteri da una terza persona, definita dalle autorità come la “mente” dietro l’aggressione, ricoprendo così ora il ruolo di testimoni chiave della vicenda dopo aver rinunciato a far ricorso alla sentenza che aveva assegnato 22 mesi di reclusione a Marku e 20 mesi a Ndoci.
Nella giornata di martedì i due albanesi sono stati scortati dal carcere al tribunale, dove la corte ha cercato di scoprire di più sul ruolo di Schembri nella vicenda, trovando, però, di fatto, una forte discordanza tra le versioni fornite dai due giovani. Tuttavia, entrambi hanno confermato di conoscerlo, indicandolo come l’uomo per il quale avrebbero lavorato nel corso di alcuni progetti edilizi.
Con l’ausilio degli interpreti, il primo a prendere parola è stato Marku che in aula ha riferito di non essere in grado di ricordare nitidamente l’accaduto ma che, come riporta Times of Malta, nonostante fosse a conoscenza dei problemi tra Spiteri e l’ex genero, l’aggressione sarebbe avvenuta per motivi personali e non su richiesta di quest’ultimo.
«L’ho semplicemente inseguito e picchiato; mi ricordo che Matthew aveva problemi con lui ma non mi ha chiesto di farlo. L’ho fatto di mia spontanea volontà» ha dichiarato il testimone, guadagnandosi l’ammonimento del magistrato riguardo possibili ripercussioni legali nel caso di falsa testimonianza.
La versione di Marku, che a breve sarà rimpatriato dopo aver terminato il periodo di reclusione, è stata però ridimensionata dalla deposizione del “collega-sicario” Ndoci, che ha confermato come le informazioni inerenti il “bersaglio” da colpire gli fossero state fornite direttamente dallo stesso Schembri, con la promessa di denaro una volta conclusa l’aggressione. «Dovevamo ricevere il denaro una volta concluso il pestaggio, ma lo avremmo aggredito anche gratuitamente per rispetto verso Matthew» riporta Malta Today su Ndoci.
Alla luce della discrepanza tra le due testimonianze e del ragionevole sospetto che la versione di Markus non fosse attendibile, la corte ha sancito che il rimpatrio del primo dei due aggressori non avverrà fino a quando non saranno snocciolate le ultime incongruenze e fino a quando non sarà ascoltato nuovamente dalla Corte settimana prossima.