Continuano le interruzioni di energia elettrica a Malta. I guasti alla rete di distribuzione sono ormai diventati una piaga per i cittadini dell’arcipelago, e hanno raggiunto quota 64 nella giornata di lunedì. Di questi, 19 paiono essere ancora in via di risoluzione.
Stando a quanto affermato da Enemalta, la riparazione dei cavi, soprattutto quelli sotterranei danneggiati dalle eccessive temperature dell’ultima settimana, finora avrebbe richiesto complessivamente ben 10.000 ore di lavoro.
I disagi non si sono fermati neanche nel weekend, con centinaia di famiglie rimaste al buio, ed è bene ricordare anche senza aria condizionata, frigoriferi e congelatori, anche nella notte tra domenica e lunedì. Sempre secondo Enemalta, questi ultimi disagi sarebbero da attribuire a 5 nuovi guasti, sui quali gli ingegneri e i tecnici dell’azienda sarebbero già al lavoro, riuscendo a ridare la corrente ai cittadini tramite collegamenti alternativi provvisori, tranne che in alcune zone di Dingli, dove – per stessa ammissione del gestore del servizio – pare non sia possibile fornire energia elettrica fino al completo ripristino delle linee danneggiate.
L’ingegnere Steve Farrugia, Direttore Esecutivo Distribuzione di Enemalta, ha dichiarato ai media maltesi che l’azienda sta impiegando più squadre tecniche per riparare i guasti, utilizzando «risorse aggiuntive per completare il maggior numero possibile di riparazioni, per ripristinare la flessibilità e la resilienza della rete nel più breve tempo possibile». Stando a Farrugia, i lavori continueranno a tutte le ore del giorno e della notte finché tutti i guasti non saranno riparati.
Arrivati al settimo giorno di continui guasti, la pazienza di chi vive a Malta si sta rapidamente esaurendo. Ne sono prova i commenti ai post della pagina Facebook di Enemalta, e le tante testimonianze rilasciate dai cittadini ai giornali maltesi, che dipingono un quadro quasi apocalittico della situazione: notti insonni, caldo torrido ed enormi quantità di cibo buttate via per l’impossibilità di essere conservate al freddo. Per non parlare delle persone anziane e di coloro che ipoteticamente, per un qualsiasi motivo di salute, hanno bisogno di apparecchiature mediche alimentate a energia elettrica. In tutto ciò, la morsa del caldo non accenna a placarsi, con temperature che anche oggi registrano un picco percepito di 43 gradi, senza mai scendere sotto i 30.
Nella notte appena passata ci sono inoltre stati attimi di paura nella zona di Rabat, quando una sottostazione di Enemalta ha preso fuoco, con alcuni residenti evacuati dalle loro case dalla polizia. Secondo quanto riportato da Times of Malta, l’incidente è avvenuto intorno alle 22:15 a Triq Pierre Muscat, a causa di un cavo che si è surriscaldato fino a incendiarsi. Sul posto sono intervenute squadre del Dipartimento della Protezione Civile e di Enemalta, con quest’ultima che ha spiegato, sempre tramite Facebook, quanto avvenuto:
«I sistemi di protezione hanno immediatamente isolato la sezione difettosa del cavo, per evitare ulteriori danni. Appena identificato il guasto, le sottostazioni collegate allo stesso circuito che potevano essere riattivate in sicurezza, sono state riaccese. Nel frattempo, è stata avviata immediatamente la riparazione della terminazione difettosa e nella stessa notte è stata ripristinata la fornitura di energia elettrica alle restanti aree»
Contestualmente, sull’emergenza elettrica il partito Nazionalista spara a zero sulla politica maltese, in particolare sul ministro dell’Energia Miriam Dalli. Secondo l’opposizione, il governo avrebbe ammesso che le interruzioni di corrente sarebbero causate non solo dal caldo torrido, ma anche dall’aumento della domanda di elettricità, a sua volta dovuta all’aumento esponenziale della popolazione sull’arcipelago. A dichiararlo è stato il portavoce del PN per l’energia, Mark Anthony Sammut nel corso di una conferenza stampa, che ha inoltre sottolineato come il ministro Dalli avrebbe respinto quest’ultima teoria, nonostante le dichiarazioni della deputata laburista Katya De Giovanni, che andrebbero nella direzione opposta.
De Giovanni ha infatti affermato che il Paese si sta rendendo conto che l’infrastruttura energetica non è al passo con le esigenze odierne.
«Abbiamo un governo – ha affermato Sammut – che ammette di non sapere che le infrastrutture devono essere aggiornate per sostenere il modello economico. La gente può vedere i fallimenti del governo con i propri occhi»
Anche il ministro ombra della Salute, Stephen Spiteri, ha posto l’accento sui disagi che la situazione sta causando alle persone vulnerabili, citando oltre alle persone che devono ricevere cure domiciliari anche la situazione del Gozo General Hospital, rimasto per ore senza aria condizionata in tutte le stanze. Gli ha fatto eco anche Ian Vassallo, portavoce del PN per l’assistenza sanitaria e la salute mentale, portando alle cronache quanto vissuto dall’ospedale psichiatrico Mount Carmel, i cui operatori sono costretti a lavorare utilizzando le torce dei propri cellulari.