Sabato 15 luglio, alle ore 11:00, presso la sala convegni del Plaza Regency Hotel di Sliema, il Senatore Roberto Menia, eletto con Fratelli d’Italia e da sempre impegnato nella rappresentanza delle comunità italiane nel mondo con la rete dei Comitati Tricolore, sarà in visita a Malta con l’obiettivo di comprendere al meglio le esigenze e le problematiche della comunità italiana residente sul territorio.
Malta ha visto una crescita importante della comunità italiana che in meno di un decennio è passata da circa duemila ad oltre quindicimila residenti permanenti, oltre alle migliaia di lavoratori stagionali e transfrontalieri, tanto da diventare una comunità che può oggi vedersi riconosciuti tutti i diritti di una minoranza, come stabilito all’articolo 2 del trattato sull’Unione europea (TUE): potrebbe vedere riconosciuti alcuni semplici diritti come la reintroduzione ufficiale della lingua italiana, e non a titolo di cortesia, in alcuni servizi governativi.
Già in tal senso ci sono stati importanti passi di armonizzazione; un esempio ne è l’ultimo censimento, che era predisposto anche in italiano.
Secondo Menia, andrebbero inoltre creati accordi tra Italia e Malta, per uno specifico piano di assistenza sanitaria. Come per i cittadini inglesi che usufruiscono del RHA (Reciprocal Health Agreement), anche i cittadini italiani devono poter avere una scelta alternativa o integrativa al servizio sanitario maltese, non per una questione di qualità, ma perché oggi il sistema sanitario locale ha una strutturazione ancora troppo ridotta per assistere tutti i nuovi residenti, e quindi servirebbe che agli italiani venga consentito di mantenere accesso al servizio sanitario italiano in maniera semplificata.
Inoltre, Menia suggerisce anche la possibilità di riduzione dei costi di mobilità da e verso l’Italia per i lavoratori stagionali e transfrontalieri, eliminando o rimborsando le tasse di imbarco ed aeroportuali, dato che si parla di persone che si spostano non per “mobilità turistica”.
Stessa cosa per l’applicazione del “tax non resident”, che prevede una discriminazione di aliquota nei confronti degli italiani che mettono piede a Malta per prestazioni lavorative stagionali rispetto a quelli che vi risiedono.
Al contempo, è necessario fornire maggiori informazioni a chi vuole usufruire dei supporti di sostegno al reddito, senza commettere – come spesso accade – false dichiarazioni rispetto all’Italia. Bisogna infatti tener presente che da qualche anno il flusso di presenza viene tracciato, e gradualmente i controlli andranno ad individuare le anomalie che spesso sono frutto di una mancata conoscenza delle norme.
Si potrebbe fare molto anche per sopperire al problema dell’integrazione dei minori nelle strutture scolastiche, offrendo supporto alle famiglie e garantendo ai più piccoli la possibilità di studiare comunque l’italiano.
A tutto questo, secondo Menia, si aggiunge anche l’esigenza di ampliare i servizi Consolari italiani, che sono rimasti fermi ad un modello di supporto per una popolazione ben più modesta: un importante passo in tal senso potrebbe essere fatto con l’introduzione di almeno due uffici sul territorio (Gozo inclusa), oltre all’incremento di nuovo personale.
La vicinanza tra Malta e Italia impatta anche sulla diffusione di prodotti italiani (l’Italia è il primo partner commerciale con una incidenza del 40% delle importazioni nell’arcipelago), in particolare nel settore alimentare. La ristorazione “Made in Italy” ne è infatti un ovvio risultato, ma anche la presenza di prodotti dal “suono italiano” ma che di italiano spesso non hanno proprio nulla. Un problema che vale anche per i luoghi di ristorazione, essendo quella italiana di maggiore attrazione. Per questo servirebbe creare un programma che garantisca e tuteli il consumatore ma anche il concetto di “Made in Italy”.
Più in generale, una emigrazione così importante di italiani, in tempi brevi, in un piccolo Stato come quello maltese, non ha avuto il tempo di essere realmente “metabolizzata” dal sistema Paese. Cosa diversa, invece, è l’integrazione.
Il vantaggio derivante dallo storico legame culturale tra le due nazioni è stato un fertile terreno per una integrazione spontanea nella comunità. Malta, fino al 1936, aveva come lingua di riferimento l’Italiano e la paura del governo inglese di una ribellione nell’arcipelago (di fatto occupato nel 1814 e mai restituito al Regno delle Due Sicilie) portò a diverse scelte drastiche di repressione e omologazione necessarie per il dominio dello Stato insulare, tra cui la proibizione della lingua italiana. Azioni che portarono poi alla lotta per l’indipendenza con la guida di Dom Mintoff.
Quindi, l’appuntamento di sabato 15 luglio, alle ore 11:00, presso la sala convegni del Plaza Regency Hotel di Sliema con il Senatore Roberto Menia e gli esponenti del circolo di FdI a Malta, sarà un primo incontro ufficiale del partito di Giorgia Meloni sul territorio maltese.
(photo credits: Senato della Repubblica)