Dopo la trionfale stagione culminata con la vittoria della BOV Premier League, lo scorso 29 aprile gli Hamrun Spartans hanno ufficializzato il cambio di guida tecnica passata in mano a Luciano Zauri, ex jolly difensivo classe ‘78 che da calciatore in Italia ha vestito le maglie di Atalanta, Lazio, Sampdoria e Pescara, la squadra che tifava da piccolo.
Una volta appesi gli scarpini al chiodo nel 2014, Zauri ha esordito nelle nuove vesti da allenatore proprio con la formazione Berretti dei Delfini, per poi ricoprire nei due anni successivi il ruolo di collaboratore tecnico dell’ex compagno Massimo Oddo, che seguirà anche in Serie A sulla panchina dell’Udinese nella stagione 2017-2018, guidando negli anni successivi ancora il Pescara e la primavera dal Bologna.
In occasione dell’avvio di fuoco con i preliminari di Champions contro gli israeliani del Maccabi alle porte, abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere e conoscere meglio il nuovo tecnico degli Spartans.
Mister, un pensiero sulla nuova avventura
Le impressioni sono state ottime; i maltesi si sono dimostrati cordiali e sempre accomodanti. Ho avuto modo di apprezzare squadra, dirigenza e staff dell’Hamrun che sono di una preparazione e di uno spessore umano straordinario.
Vado tre volte a settimana a lezione di inglese e lo faccio con grande determinazione e con il sorriso, nonostante le difficoltà nell’imparare una nuova lingua alla mia età, voglio continuare a migliorarmi e dedicare tutto me stesso agli Hamrun Spartans e ai suoi tifosi. Ringrazio la dirigenza e il presidente (Joseph Portelli ndr.) per questa opportunità.
Hai sempre avuto un legame forte con l’Italia. La distanza sarà la sfida più grande?
Quando giocavo non ho mai sentito bisogno di provare nuovi campionati, ma adesso, a 45 anni, ho aperto la mente e accettato di mettermi ancora in gioco. Mi mancherà l’Italia e la possibilità di vedere ogni giorno mia moglie Vanessa, i miei figli Giulia e Lorenzo, e Lily (il cane ndr.), ma questo per me è un passo importante e lo voglio affrontare con grande entusiasmo. Sono più che mai concentrato sul campo e a crescere insieme alla squadra.
Hai parlato con qualche ex-compagno o allenatore della tua nuova avventura?
Ne ho parlato con diverse persone e mi hanno tutti incoraggiato. Per esempio, Fabio Grosso mi ha detto che l’esperienza all’estero gli ha dato tanto. Conoscere un nuovo modo di vivere e una nuova cultura non può che arricchirti personalmente.
L’idea del calcio per Zauri e il rapporto con i calciatori
Amo un calcio “propositivo” e cerco sempre un rapporto stretto con i ragazzi, perché lo “spogliatoio” è qualcosa di prezioso. Ancora oggi ricordo col sorriso le burle di Marco Nappi o la reazione di Angelo Peruzzi quando ha bloccato il cancello per non far uscire la squadra dopo che era stato vittima di uno scherzo. Ho tanti aneddoti, ma sono questi per me i momenti più belli, quelli vissuti tra le mura dello spogliatoio.
Come pensi di portare di nuovo al successo gli Hamrun Spartans?
Sarà complicato perché è una delle squadre migliori della BOV, ma il campionato riparte da zero e, come dico ai “miei ragazzi”, vincere è difficilissimo ma rivincere lo è ancora di più. Il passato non conta, bisogna andare avanti con un allenatore nuovo e una filosofia differente. Ho dei giocatori bravi, sarà mio compito metterli nelle condizioni tecnico-fisiche per farli esprimere al meglio.
Sull’arrivo di Marchetti dallo Spezia
Eravamo compagni alla Lazio e avevo avuto modo di parlarci prima dello spareggio tra Hellas e Spezia. Mi sembrava molto motivato per questa avventura. Con l’infortunio di Bonello abbiamo deciso di accelerare la trattativa. La sua esperienza sarà preziosa per noi.
Cosa ci puoi dire sui preliminari di Champions contro il Maccabi Haifa?
È una squadra molto forte ma non dobbiamo pensare al loro blasone o alla loro abitudine a giocare la Champions League. Voglio vedere una squadra capace di soffrire in alcuni momenti ma che, quando la partita lo permetterà, non abbia paura di mostrare le sue capacità. Sarà importante essere aggressivi per cercare di recuperare la palla in fase di non possesso.
Chi sono state le persone più “determinanti”, coloro che ti hanno ispirato?
Cesare Prandelli e Giovanni Vavassori sono stati importantissimi. Ho avuto la fortuna di giocare con Paolo Maldini, il difensore più forte della storia secondo me. Amavo “respirarlo” ogni giorno durante i ritiri della Nazionale. Per un ragazzo come me che è partito a 12 anni da Pescina è incredibile trovarsi al fianco di leggende come lui, Buffon, Totti o Cannavaro che hanno rappresentato un’epoca.
Quella volta che salvasti la vita alla nipote di Boniek
Quando ci penso mi viene la pelle d’oca. Ero con amici in un locale per festeggiare il mio compleanno, quando nel bagno delle donne si aprì una una voragine e una bambina vi cadde all’interno. Con un po’ d’istinto e un po’ di follia mi sono calato dentro il pozzo profondo 6 metri e sono riuscito a portare fuori la ragazzina. Ho capito che era la nipote di “Zibi” dopo aver letto un suo messaggio che diceva «ti sarò grato per tutta la vita».
Ringraziamo Luciano Zauri per la disponibilità, l’entusiasmo e il forte senso di “umanità”, ottimi presupposti per fare bene che, come è evidente, vanno oltre ciò che compete al ruolo di un allenatore.
E con altrettanto entusiasmo gli auguriamo il meglio per l’importante banco di prova che lo attenderà nei prossimi giorni.