«Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio». Sono state queste le parole pronunciate dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini per l’omelia ai funerali di Stato di Silvio Berlusconi svoltisi nel primo pomeriggio di mercoledì 14 giugno.
Un discorso semplice, nessuna lode particolare e nessun accenno politico. Una scelta probabilmente dettata dall’intenzione di non attirare polemiche da parte di alcune frange degli oppositori del Cavaliere, in un momento di grande dolore per tutta la sua famiglia e chi gli voleva bene. Perché, in fondo, Berlusconi era veramente prima di tutto un uomo, e come tale merita rispetto almeno nel giorno dell’estremo saluto.
Il Duomo di Milano era gremito di politici e personalità di spicco del panorama italiano. Tra questi, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Premier Giorgia Meloni, assieme al governatore della Lombardia Attilio Fontana ed al sindaco di Milano Giuseppe Sala.
All’esterno, tantissime corone di fiori occupavano il sagrato depositate, tra gli altri, dai gruppi Forza Italia e Fratelli d’Italia. Anche i “nemici politici” del Partito socialista italiano hanno deposto una corona, composta da garofani rossi.
E ancora: fiori dalla senatrice Licia Ronzulli, dal Comune di Roma, dalla Regione Abruzzo, dall’ambasciata di Israele e dal consolato generale del Kuwait, dal presidente del Senato Ignazio La Russa, da Lapo Elkann, dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dal Milan Club Parigi, dal presidente della Lega Serie B Mauro Balata, dalla famiglia Ghedini, dall’As Roma, dalla Rai e dai residenti di Milano 2, per citarne alcuni.
Un grande applauso durato almeno 3 minuti si è levato all’arrivo del feretro, adornato da rose bianche e rosse, sfilando all’interno del Duomo tra sei Carabinieri in alta uniforme. Al seguito, i cinque figli: Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Con loro anche il fratello Paolo e la compagna Marta Fascina.
Un altro lungo applauso ha poi riempito la chiesa alla fine della liturgia, con il feretro che ha lasciato il Duomo sulle note del “Silenzio d’ordinanza”.
La salma di Silvio Berlusconi è poi tornata a Villa San Martino, nella “sua” Arcore. Nelle prossime ore farà il suo ultimo viaggio a Valenza in provincia di Alessandria, dove avverrà la cremazione. Il Cavaliere tornerà poi a riposare per sempre nel parco della Villa, accanto al padre Luigi, alla madre Rosa e alla sorella Maria Antonietta.
A fare da contraltare agli oltre 2.000 esponenti della politica, dello sport e dello spettacolo presenti, diverse assenze “eccellenti” a fare scalpore. Non c’era Paolo Maldini, bandiera del Milan e storico capitano della squadra proprio nell’era Berlusconi. Assenti inoltre Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e John Elkann, oltre all’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha scelto la linea del silenzio.
Tra le migliaia di persone che hanno occupato piazza del Duomo durante la funzione, molti avevano indosso la maglia del Milan e del Monza, squadre delle quali Berlusconi è stato presidente.
A lui si deve la rinascita dei Rossoneri, che sotto la sua guida sono tornati a trionfare in Italia e nelle competizioni europee. Nonostante le polemiche e gli scandali dei quali è stato più vittima che colpevole, l’ex Premier è stato, ed è tutt’ora, una delle persone più amate e apprezzate del panorama politico e sportivo italiano, per tutto ciò che è riuscito a fare negli anni d’oro dei suoi mandati e nella sua vita di imprenditore.
Silvio Berlusconi ha infatti guidato il Paese per ben quattro governi, per un totale di 3.291 giorni non consecutivi. Al momento detiene il record sia per durata totale di un singolo governo, sia per la durata della sua esperienza come presidente del Consiglio nella storia repubblicana italiana. È stato inoltre il fondatore di grandi realtà imprenditoriali che hanno offerto, offrono ed offriranno posti di lavoro a decine di migliaia di famiglie, come il gruppo Fininvest e Arnoldo Mondadori Editore, per citarne alcune.