Ha preso il via la fase di raccolta prove del processo che vede imputato Mohamed Ali Ahmed Elmushraty, meglio noto come “Lilu King”, imprenditore-pugile 31enne di origine libica arrestato insieme ad altri due uomini il 26 maggio scorso nell’ambito di un’indagine per criminalità organizzata, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e traffico di droga.
In tribunale, sono emerse nuove informazioni sulla vita di Elmushraty che ha attirato le attenzioni delle forze dell’ordine per lo stile di vita lussuoso sfoggiato su diverse piattaforme social tra auto di lusso (Mercedes, BMW e Range Rover) che era solito guidare per spostarsi tra due appartamenti (uno a Portomaso e l’altro a St. Paul’s Bay), palestre e giri in vari locali della movida notturna nella zona di Paceville.
Una vita frenetica immersa nell’agio, ma che secondo quanto riportato dai media locali non sembra aver trovato alcuna corrispondenza nel fisco. Di fatto, per le autorità maltesi, il 31enne sarebbe a tutti gli effetti un “fantasma” senza alcun lavoro regolare registrato.
Le attività di indagine e di sorveglianza nei confronti di Elmushraty sono durate tre mesi ed hanno portato alla luce una serie di operazioni ritenute sospette. In una occasione, un terzo individuo è stato visto avvicinarsi all’auto dell’imputato parcheggiata a St Julian’s e prelevare una sorta di borsa.
In un altro episodio, un motociclista si sarebbe avvicinato alla Mercedes di Elmushraty parcheggiata nei pressi di un locale notturno, dalla quale avrebbe prelevato un pacchetto per poi consegnarlo ad un’altra persona in un’altra zona dell’isola. E poi ancora, gli investigatori hanno raccontato di aver visto Elmushraty ricevere una busta da un individuo incontrato poco prima in un bar, il tutto in presenza di tre figure note alle forze dell’ordine poiché implicate nel traffico di droga.
Senza dimenticare il via vai di persone che abitualmente frequentavano o soggiornavano nell’appartamento di St Julian’s, e che spesso entravano a mani vuote uscendone con qualche pacco.
Sempre dalle indagini è emerso che l’individuo che beneficiava dello status di rifugiato a Malta, in realtà risultava non avere alcun impiego regolarmente registrato né una partita IVA, il tutto con un profilo finanziario poco definito e nessuna dichiarazione dei redditi mai presentata. Non possedeva alcuna proprietà, auto o immobile registrati a suo nome, tanto che le autorità hanno definito la sua esistenza come quella di “un fantasma”. Nonostante ciò, “Lilu King” ostentava la sua ricchezza sui social media, pubblicando foto in appartamenti di lusso, sempre vestito con abiti di marca, gioielli e pacchi di banconote in bella vista.
L’accusa ha inoltre rivelato che Elmushraty aveva violato due precedenti decreti di libertà su cauzione che gli imponevano di rispettare gli orari del coprifuoco e di non lasciare il Paese, dopo essere stato immortalato mentre faceva il check-in all’aeroporto in compagnia della fidanzata.
Una ricostruzione dei fatti che ha consentito agli inquirenti di ipotizzare un possibile coinvolgimento dell’imputato in un gruppo di criminalità organizzata legato al traffico di droga, composto da soggetti maltesi e stranieri.
Accuse che sono state contestate dall’avvocato della difesa che ha fatto notare come, al momento del fermo, l’imputato non fosse stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti ed anche gli appartamenti in cui viveva erano stati trovati privi di droga.
L’indagine sulla presunta connessione di Elmushraty con il traffico di droga continua la prossima settimana, mentre nel frattempo le autorità cercano di svelare il mistero che avvolge il “fantasma Lilu King”.
Pensavo che certi personaggi caricaturali esistessero solo nei film. Invece no.