Difficile da quantificare la folta folla composta da diverse centinaia – forse addirittura migliaia – di manifestanti che nella mattinata di ieri si sono dati appuntamento a Valletta per chiedere cambiamenti urgenti e radicali nei settori dell’ambiente e della pianificazione edilizia nel corso della protesta nazionale “Xebbajtuna! Bidla fl-Ambjent u l-Ippjanar ISSA!” organizzata dalle otto Ong Moviment Graffitti, Din l-Art Ħelwa, Flimkien għal Ambjent Aħjar, BirdLife Malta, Għawdix, Ramblers Association Malta, Nature Trust – FEE Malta e Friends of the Earth Malta e che successivamente ha beneficiato anche del sostegno di altre settanta organizzazioni che operano in ambito studentesco, culturale, sociale ed a tutela del patrimonio locale.
I manifestanti hanno sottolineato ancora una volta come Malta si trovi in una “fase di trasformazione” che sta portando ad una rapida perdita del patrimonio storico causato dalla cementificazione delle aree urbane che, ora, dopo essersi impadronita del suolo per espandere la città, sta cercando anche di “impossessarsi” del mare.
Tutto questo proviene da diverse fonti, «dal governo che è manipolato ed ingannato, finito nel “gioco” dei costruttori e di altri grandi commercianti, i veri artefici di questa trasformazione» hanno affermato gli attivisti, evidenziando che non è il momento di arrendersi, ma di combattere contro i “grandi mostri” della avidità, della corruzione e dell’ingiustizia.
«Dall’isola di Gozo a tutta Malta, abbiamo visto le comunità unirsi per salvare la qualità della vita e il loro ambiente» hanno ricordato i manifestanti, portando come esempio le battaglie messe in campo a «Qala contro Joseph Protelli, Pembroke contro Silvio Debono di DB Group, Sliema e Gzira contro Michael Stivala, Santa Lucija contro Franciz, l’Iskalin contro la Marina, Cottonera contro Sadeen, Birzebbugia contro lo sviluppo nel Wied Znuber e molti altri».
Una cementificazione rapida resa possibile dalle autorità che regolano l’ambiente e la pianificazione territoriale che «esistono per agevolare il profitto dei grandi affari e non per proteggere il bene del popolo» poiché, di fatto, «le politiche di sviluppo che dovrebbero difenderci dai costruttori sono scritte dai costruttori stessi. E anziché puntare al meglio, cercano il peggio».
Il governo ha già approvato leggi che premiano i costruttori e regolarizzano l’illegalità nei territori fuori dalle zone di sviluppo (ODZ) e, per questo, gli attivisti hanno promesso che verranno intraprese azioni legali «per fermare il governo che sta continuando a rovinare la nostra campagna».
«Abbiamo a che fare con delle autorità farsesche che lavorano contro il popolo. Dopo ogni decisione approvata dalle autorità che dovrebbe tutelare i cittadini (dall’Autorità per l’Ambiente, ERA e Planning Authority) c’è sempre un lavoro “sospetto” che favorisce qualche commerciante».
E al momento l’unica soluzione per «per cambiare le decisioni illegali prese dalle autorità finanziate dalle nostre tasse» richiede un’unica via, quella dei tribunali, con conseguente dispendio di tempo e soldi.
I manifestanti si sono poi rivolti ai promotori immobiliari promettendo di non arrendersi davanti al «vostro bullismo continuo. Voi avete la forza dei soldi, noi abbiamo la forza del popolo», ed al Primo Ministro, ricordandogli che è su di lui che ricade l’ultima responsabilità per la devastazione ambientale e l’espansione incontrollata del Paese.
«Ciò che sta accadendo non è il risultato di qualche individuo in qualche autorità, ma di una direzione politica che mette Malta al servizio di pochi interessi. Il governo e le sue autorità devono stare dalla nostra parte, dalla parte del popolo, e non dalla parte dell’avidità e degli sfruttatori» hanno affermato gli attivisti, ricordando che «abbiamo una sola Malta. Non c’è altra scelta se non quella di salvare ciò che possiamo salvare dalla tirannia e dall’avidità».