Da vittima a carnefice. Sembrerebbe questo al momento il risvolto della vicenda che ha visto una 45enne di St. Paul’s Bay (della quale preferiamo non riportare l’identità a tutela del figlio minorenne), finire in custodia cautelare dopo aver mosso gravi accuse di violenza sessuale nei confronti di un autista di Bolt, uno dei principali operatori per servizi di trasporto persone dell’arcipelago.
Secondo quanto emerso in tribunale, la donna, che da quel che è noto occuperebbe il ruolo di direttore presso un’azienda locale, pare aver sporto denuncia nei confronti dell’autista che durante il tragitto verso casa, alle 3:09 del mattino, l’avrebbe dirottata in un luogo appartato dietro ad una roulotte dove si sarebbe approfittato sessualmente di lei.
La vicenda parrebbe però aver assunto un risvolto diverso rispetto al racconto fornito alle forze dell’ordine dalla donna.
Il driver di Bolt fin dall’inizio non avrebbe mai negato l’atto sessuale, affermando però come lo stesso fosse avvenuto con il completo consenso della 45enne, negando così fermamente le accuse di stupro.
Inoltre, una volta analizzato il registro di viaggio del mezzo e attestato come la deviazione intrapresa dal conducente fosse diversa da quella indicata dalla donna, il giudice ha accusato quest’ultima di falsa dichiarazione e falso giuramento.
In virtù della gravità dei reati in questione e in attesa di raccogliere le deposizioni dei testimoni, la donna è stata attualmente trattenuta in custodia cautelare.
Secondo quanto dichiarato da un portavoce della compagnia a Lovin Malta, Bolt starebbe pienamente collaborando con le autorità per far emergere la verità sulla vicenda ricordando, inoltre, come i driver non siano dipendenti interni all’azienda.