Il presidente dell’Ong Repubblika ha scritto al Primo Ministro Robert Abela ed al Commissario di Polizia Angelo Gafà, chiedendo protezione per sé stesso e per la sua famiglia dopo una serie di minacce che si sono succedute nel tempo e che minano la legittima libertà di ogni individuo di poter esprimere le proprie opinioni anche se diverse rispetto a quelle esercitate dal governo o da esponenti pubblici.
Robert Aquilina, da sempre concretamente attivo su temi inerenti lo stato di diritto, la corruzione, l’abuso di potere e l’impunità ad alti livelli, è anche l’autore del libro pubblicato di recente e intitolato “Pilatus: A Laundromat Bank in Europe”, contenente prove che dimostrerebbero le modalità con le quali le istituzioni maltesi, come MFSA e FIAU, abbiano permesso alla Pilatus Bank di fare “ciò che voleva”, offuscando il nome di Malta in tutto il mondo.
In una lettera di tre pagine datata 25 aprile 2023 e firmata dall’avvocato Therese Comodini Cachia, Robert Aquilina si rivolge ad Abela e a Gafà ricordando la normativa europea sulla libertà di espressione che legittima ogni individuo ad esporre le proprie considerazioni senza essere bersagliato da intimidazioni, umiliazioni, minacce, abusi o che si crei attorno all’individuo stesso un ambiente ostile, volto all’isolamento e alla de-umanizzazione, trattato come un traditore, un nemico del governo, come accaduto ad Aquilina attraverso diverse piattaforme online, compresi i social.
Nel documento viene inoltre evidenziato che le intimidazioni ricevute sono state più volte denunciate alla polizia, ma nulla pare essersi concretizzato: «Sembra che le autorità siano disposte a proteggere Aquilina solo se si presenta un chiaro, evidente, reale ed immediato rischio di minaccia per la sua vita. «Metaforicamente parlando – prosegue la lettera – le autorità interverranno per proteggere Aquilina solo se ha un coltello puntato alla gola».
In poche parole, in questo modo, le autorità dimostrano di trascurare il contesto politico polarizzato e quello della criminalità organizzata, gli stessi temi che Aquilina cerca di combattere con il suo attivismo e le sue pubblicazioni, sottovalutando così gli obblighi dello Stato nel garantirgli adeguata protezione per permettergli di esercitare la libertà di espressione senza paure, intimidazioni o ripercussioni, come previsto dalla legge.
Pertanto, sempre al Premier ed al Commissario di polizia, viene chiesto di «garantire un ambiente sicuro e favorevole per un effettivo e autentico esercizio della libertà di espressione, anche fornendo ad Aquilina ed alla sua famiglia un’efficace protezione».
Lo Stato ha l’obbligo di proteggere coloro che lottano per la giustizia
In reazione alla notizia, la Ong Repubbika ha paragonato la vicenda al comportamento già messo in atto dalle autorità nel caso Daphne Caruana Galizia: «Robert Abela e Angelo Gafà dovrebbero ricordare l’inchiesta dopo l’omicidio di Daphne Caruana Galizia che ha ritenuto responsabili del suo omicidio Joseph Muscat e Lawrence Cutajar, tra gli altri, per quello che hanno fatto e non hanno fatto quando l’hanno lasciata senza protezione in un contesto di “demonizzazione” e l’impunità per i criminali che ha smascherato».
Un atteggiamento che rende il Paese «un nemico di chiunque lo smascheri o lo critichi». Repubblika pertanto condanna il comportamento di Abela e Gafà e li invita ad adempiere immediatamente al loro dovere e proteggere Robert Aquilina, sua moglie ed i suoi figli, affinchè possa continuare a svolgere il suo lavoro senza paura.