Sebbene lo spoglio non sia ancora definitivo, i dati sono ormai chiari: le elezioni politiche segnano una nettissima vittoria di due partiti, il M5s e la Lega, e la sconfitta del Pd e, in misura minore, di Forza Italia. Scompare la sinistra cosiddetta radicale, con LeU che a malapena riesce ad eleggere dei rappresentanti. Nessuna coalizione arriva al 40%.
Le elezioni 2018 hanno due vincitori: il Movimento 5 Stelle, che diventa primo partito superando il 31%; e la Lega (ex Nord), che conquista la leadership del centrodestra. Tanti i perdenti, ma uno più degli altri: Matteo Renzi e il Pd, che si ritrova fuori dai giochi.
Risultati del Senato
Quando mancano ormai poco meno di 4 mila sezioni da scrutinare al Senato (sono state completate 57.015 sezioni su 61.401), il M5S è dunque la forza politica più votata, con il 31,96% dei consensi. Alle sue spalle, ma molto distanziato, c’è il Pd che si ferma al 19,30%. La coalizione di centrosinistra si attesta al 23,22%.
Non contribuiscono più di tanto le liste alleate: +Europa non va oltre il 2,38%, Italia Europa Insieme è allo 0,53%, la lista Civica Popolare Lorenzin allo 0,50% e l’Svp allo 0,46%.
A livello di coalizioni è il centrodestra a prevalere, con un risultato complessivo del 37,46%. Il «derby» interno è però stato vinto dalla Lega, con il 17,99%, che stacca Forza Italia (14,42%), Fratelli d’Italia (4,27%) e Noi con l’Italia Udc (1,19%).
Deludente il risultato di Liberi e Uguali che con il 3,31% dovrebbe riuscire ad accedere in Parlamento ma con un numero esiguo di seggi. Al di fuori delle coalizioni principali, Potere al Popolo ottiene l’1,07%, Casapound lo 0,8%, il Popolo della famiglia lo 0,7%.
Risultati, questi reali, che confermano quanto era stato anticipato da exit poll e proiezioni.
Risultati alla Camera
Alla Camera, dove sono state scrutinate 55.731 schede elettorali su 61.401, è il M5s a raccogliere la percentuale di voti più alta, con il 32,17%. La coalizione di centrodestra complessivamente arriva al 37,05%, e anche in questo caso è la Lega al suo interno a prevalere, con il 17,87%, seguita da Forza Italia, che resta ferma al 13,89%, e staccata di tanto Fratelli d’Italia (4,35%) e Noi con l’Italia (1,30%).
Anche alla Camera la coalizione di centrosinistra non arriva al 25%, fermandosi al 23,23%, con i Dem al 18,98%, e gli altri partiti che non raggiungono la soglia del 3%: +Europa al 2,60%, Italia Europa Insieme che raccatta uno 0,58%, Svp-Patt lo 0,44% e la Popolare dell’ex ministra alla Salute Lorenzin uno 0,51%.
Leu supera invece la soglia, ma di poco: è al 3,44%.
La difficoltà di formare un Governo
Il quadro politico è più confuso che mai. Nessuna coalizione ha raggiunto il 40% e non ci sarà una maggioranza in alcuno dei due rami del Parlamento.
La possibilità di dare vita ad un nuovo governo passerà necessariamente da intese tra forze politiche avversarie. Prospettiva che questa volta sembra essere accettata anche dal Movimento 5 Stelle: commentando i risultati, Alfonso Bonafede, deputato uscente e candidato ministro della Giustizia di un governo pentastellato, ha parlato di «risultato straordinario» e rimarcato che «il M5S sarà il pilastro della prossima legislatura».
Una dichiarazione che, pur nella rivendicazione della primazia del Movimento, lascia la porta aperta a possibili intese con altre forze politiche. Quali, però, è tutto da vedere.