Nelle ultime ore sono emersi nuovi risvolti legati all’incidente che è costato la vita a Ben Laferla, 21 anni, rimasto ucciso nella nottata del 24 settembre 2022 a seguito dello schianto della vettura elettrica noleggiata la sera stessa contro un muro di Triq il-Madliena, Swieqi.
Secondo gli ultimi riscontri, infatti, la macchina non sarebbe stata guidata dalla ragazza minorenne, che negli istanti successivi all’incidente si era assunta la colpa confessando di essere lei l’autista del veicolo incidentato, ma da un coetaneo della vittima, Maxime Asacha Muehlematter.
Pertanto, nonostante la versione incisa sui verbali e fino ad ora di dominio pubblico, settimana scorsa la minore avrebbe ammesso che, di fronte allo shock mostrato da chi era alla guida del mezzo, avrebbe deciso di fornire spontaneamente una falsa dichiarazione alle forze dell’ordine accorse sul luogo della tragedia.
Secondo l’ispettore di polizia, alla base del gesto della giovane vi era l’idea che il suo status di minorenne l’avrebbe tutelata da accuse penali, spinta quindi ad assumersi le colpe probabilmente anche dal fatto che i due sembrerebbero avere una relazione.
Oltre che per omicidio involontario, Muehlematter sarà ora chiamato a rispondere anche alle accuse di aver procurato gravi ferite alla ventenne cilena che quella sera sedeva al fianco di Laferla e, inoltre, a svariati capi d’accusa per danni involontari alla vettura, negligenza alla guida e violazione del codice stradale.
In tribunale sempre l’ispettore ha fornito ulteriori dettagli sulla sera dell’incidente, ricordando i soccorsi prestati ai quattro giovani feriti, oltre alla frenetica quanto vana corsa contro il tempo per cercare di rianimare Ben Laferla.
Nella vettura noleggiata proprio da Muehlematter poche ore prima, le forze dell’ordine avrebbero rinvenuto due bottiglie di rum, praticamente svuotate, e diversi segni che evidenziavano come le cinture di sicurezza posteriori non sarebbero state utilizzate dai passeggeri collocati nei sedili posteriori (tra questi anche Laferla).
Inoltre, il tipo di ferite riportate dai due fidanzati avevano già sollevato diversi sospetti tra gli inquirenti. L’abrasione riportata dalla ragazza sulla spalla sinistra e le lesioni sul lato destro del corpo rimediati dal 21enne sembravano rivelare come le mani sul volante dovevano presumibilmente essere proprio quelle di Muehlematter e non il contrario.
Interpellati di recente dalle forze dell’ordine, entrambi i giovani avrebbero confermato la versione degli inquirenti, scegliendo di raccontare la verità per non ostruire ulteriormente il naturale corso della giustizia.