Alla proposta del Parlamento Europeo che impone l’efficientamento energetico di tutti gli edifici degli Stati membri, Malta punta i piedi e pronuncia un “no secco”, opponendosi così al disegno di legge dell’UE.
Martedì scorso, infatti, gli eurodeputati laburisti Alfred Sant, Alex Agius Saliba e Cyrus Engerer ed il nazionalista David Casa hanno tutti votato contro il progetto “green” che impone ai residenti la ristrutturazione delle case al fine di contrastare il crescente dispendio di energia.
Assente invece l’eurodeputata laburista Josianne Cutajar, mentre la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola si è astenuta dalla votazione.
Nonostante alcune opposizioni, i deputati europei hanno comunque rimarcato la loro posizione con un totale di 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti, approvando così di fatto la direttiva “Case green” che, come già si conosce, ha come obiettivo primario quello di aumentare il tasso di riqualificazione degli edifici in tutta Europa, ridurre i consumi e le emissioni del settore edilizio entro il 2030, in modo da raggiungere la neutralità climatica al 2050.
Secondo il parere degli eurodeputati maltesi, la proposta del Parlamento Europeo è ingiusta nei confronti degli Stati membri più piccoli e dei settori vulnerabili della società. Il laburista Agius Saliba ha affermato che: «Sebbene sia giusto ambire ad una riduzione delle emissioni, farlo, caricando l’onere sui residenti, senza concedere esenzioni per l’edilizia sociale e per gli Stati membri più piccoli è inaccettabile», aggiungendo: «In qualità di socialisti, come possiamo ignorare i più vulnerabili della nostra società?».
Secondo Engerer, che ha pronunciato a sua volta parole simili, i cittadini non possono essere gli unici ad essere penalizzati, seppur la causa renda onore al progetto: «Dovremmo essere molto ambiziosi quando si tratta di ambiente, ma non dovrebbero essere i cittadini a portare il fardello. Dovremmo incentivarli, ma senza imporre loro nuove tasse».
Da Strasburgo, il nazionalista Casa ha sua volta espresso le medesime preoccupazioni per il disegno di legge dichiarando che: «Sebbene gli obiettivi fissati in questa legislazione siano lodevoli, ci sono problemi tecnici relativi al modo in cui devono essere raggiunti, che non tengono conto delle circostanze “particolari” di Malta».
Parlando di stime sugli incrementi, secondo quanto riporta Malta Today, il candidato PN per l’Europa Peter Agius avrebbe ipotizzato un costo approssimativo, come surplus, di 36mila euro al prezzo di una nuova proprietà composta da 3 camere, sottolineando come la proposta cambierebbe drasticamente gli standard con cui vengono progettati e costruiti gli edifici maltesi, includendo infissi con il doppio vetro, isolamento delle pareti, pannelli solari, illuminazione “intelligente” e così via. Anche per Agius è un «sì alle case a zero emissioni, ma non a spese dei nuovi acquirenti».
Secondo quanto stabilito, dunque, al fine di ridurre drasticamente le emissioni di gas ad effetto serra all’interno dell’Unione europea, i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, con la scadenza per i nuovi fabbricati occupati, gestiti o posseduti da autorità pubbliche nel 2026.
Tutti i nuovi immobili dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028 (ove tecnicamente idoneo ed economico fattibile), mentre gli edifici residenziali in fase di importante ristrutturazione avranno tempo fino al 2032.