Scintille in parlamento lunedì sera nel corso della seduta durante la quale governo ed opposizione si sono scontrati in merito alla vicenda della privatizzazione dei tre ospedali pubblici affidati a Vitals prima e Steward Healthcare poi, con un controverso contratto siglato nel 2015 dall’allora governo Muscat con Konrad Mizzi a guidare il Ministero della Salute, e che venerdì scorso ha visto il tribunale porre fine all’accordo a causa degli “intenti fraudolenti” e del fallimento degli obiettivi contrattuali.
Tensioni che sono proseguite poi anche all’uscita dall’edificio, dove il partito nazionalista ha organizzato una manifestazione per chiedere la restituzione al popolo degli ospedali privatizzati, alla quale ha partecipato una folla numerosa di persone in protesta contro l’accordo costato milioni di euro ai contribuenti che hanno accolto l’uscita dei deputati laburisti al grido di “corrotti”, “mafia”, “ladri”, scuotendo con forza le barriere metalliche di contenimento posizionate dalla polizia. Urla che si sono placate solo all’uscita degli esponenti del PN, accolti tra gli applausi.
Rivolgendosi ai presenti, il leader del Partito nazionalista Bernard Grech ha affermato che Robert Abela non ha dimostrato alcun rimorso per aver coperto questo “accordo corrotto” che difende dal 2015, quando era il consulente legale di Joseph Muscat.
«Il governo laburista aveva un piano, una road map per avere soldi in tasca e conti segreti» ha affermato Grech, sottolineando che la vicenda è venuta allo scoperto perché «il tribunale si è alzato in piedi e ha detto ‘basta” rubare i soldi alla gente» ed aggiungendo che «non solo Robert Abela e i “suoi amici” sono complici del contratto fallimentare di Vitals e Steward, ma devono anche controllare costantemente ciò che trasmette l’emittente nazionale, in modo da impedire ai cittadini di conoscere tutta la verità».
Il leader del PN ha poi concluso invitando tutti ad unirsi domenica alla protesta nazionale contro la corruzione che si terrà a Valletta per «dare un nuovo futuro a Malta».
Fuori dal parlamento presente anche il deputato nazionalista Adrian Delia, colui che cinque anni fa intentò causa contro l’accordo per la privatizzazione degli ospedali e che, rivolgendosi alla folla ha affermato: «Abela ha trascorso tre anni interi a difendere gli affari degli stranieri che stavano frodando il Paese, invece che schierarsi dalla parte del popolo maltese, continuando ora ad insistere che non ha nessuna colpa nella vicenda, malgrado la Corte abbia sentenziato che tutti loro sono colpevoli, soprattutto il primo ministro che avrebbe dovuto avere in primis l’obbligo di tutelare gli interessi della nazione».
Delia ha inoltre ricordato che la Corte ha stabilito reati di frode in tre distinte fasi del processo di privatizzazione degli investitori stranieri, sia prima che venisse stipulato il contratto sia una volta siglato, sottolineando che i responsabili dovranno ora rendere conto delle proprie azioni ed anche dei 300 milioni di euro che devono essere restituiti alla gente.
Sempre in uscita dal parlamento, accolto dai fischi della gente infuriata, Robert Abela ha continuato a ribadire il suo non coinvolgimento nell’affare Vitals/Steward Healthcare, dichiarando ai media di non aver intenzione di scusarsi per il contratto siglato dal governo sulla privatizzazione degli ospedali pubblici in quanto stipulato quando ancora non occupava la poltrona di primo ministro. Incalzato dalle domande di un giornalista di Malta Today, Abela ha poi sottolineato che sul caso è in corso un’inchiesta ministeriale, evitando di specificare se la polizia abbia intenzione di avviare delle indagini sugli allora ministri coinvolti nell’accordo e concludendo con «Sarò giudicato dalle persone sulla base di cosa sceglierà di attuare il tribunale, per come ho trovato una soluzione ad un problema che ho ereditato dai miei predecessori».