Sono state ore da incubo quelle che da mercoledì pomeriggio fino alla prima mattinata di giovedì hanno vissuto numerosi cittadini in diverse località dell’arcipelago, rimasti senza corrente in una delle giornate più rigide dell’inverno, caratterizzata da piogge e venti forti. Da Siggiewi a St. Paul’s Bay, da Qawra a Msida, sembra che siano stati in molti ad essere colpiti da continui o parziali black out.
A San Gwann, in particolare, numerosi residenti lamentano di aver trascorso la nottata al buio più completo, rimasti senza elettricità dalle 18:30 di mercoledì alle 5:00 di giovedì mattina, con tutte le difficoltà del caso.
All’enorme disagio della situazione, si è aggiunta a quanto pare anche la frustrazione di non riuscire a mettersi in contatto con l’assistenza clienti 24/7 di Enemalta, l’Ente che distribuisce l’energia nel Paese, come si intuisce dalla pioggia di commenti che popola l’ultimo post della società in cui si avvisano i clienti che «è stato rafforzato del 50% il personale tecnico per risolvere tempestivamente gli eventuali danni causati alle infrastrutture esposte che potrebbero essere danneggiate dal maltempo».
Nonostante l’apprezzamento per il lavoro svolto dai tecnici di Enemalta, all’opera in condizioni difficili in queste ore di freddo e piogge intense, occorre sottolineare che il maltempo, come dichiarato dalla società stessa, era previsto e prevedibile. Allora viene da chiedersi: come mai nel 2023 non si riesca ancora ad evitare che i cittadini fronteggino i disagi causati da prolungati black out prevenendo gli interventi alla rete elettrica?