Bernice Cassar era consapevole che prima o poi sarebbe stata uccisa: è quanto emerso nel corso della seduta di martedì 7 febbraio, nella fase di raccolta prove per il processo che vede Roderick Cassar, 42enne di Qrendi, unico accusato del femminicidio della moglie, per il quale continua a dichiararsi non colpevole.
Dopo le deposizioni dei testimoni oculari rilasciate nella giornata di lunedì 6 febbraio, a parlare in aula è toccato alla zia della vittima, che con Bernice aveva uno stretto legame tanto da averla definita “la figlia che non ho mai avuto”. E sembra che sia proprio a lei che, pochi giorni prima di essere ammazzata con due colpi di fucile la mattina del 22 novembre scorso, nella zona industriale di Kordin, la vittima avrebbe confessato di sentirsi “prosciugata” mentalmente e fisicamente, temendo che di lì a poco sarebbe arrivato “il peggio”. «Mi ucciderà» le confidò Bernice Cassar.
Secondo i resoconti dei media locali, il racconto della testimone è proseguito con una ricostruzione cronologica di diversi episodi antecedenti la tragedia. Ad iniziare da una videochiamata datata 1° gennaio 2022, che fece lei stessa per scambiarsi gli auguri con la nipote, ma nel corso della quale si rese conto che qualcosa non funzionava dopo che a risponderle, in lacrime, fu la figlia di 4 anni di Bernice, che una volta afferrato il telefono si affrettò ad interrompere la comunicazione rimandandola ad un secondo momento. Preoccupata, la donna chiese al marito di recarsi presso la loro abitazione, dove trovò Bernice intenta a sistemare la cucina dai piatti che Roderick Cassar avrebbe frantumato nel corso di una lite domestica.
Da lì il rapporto tra le due donne si fece ancora più stretto, con la testimone che chiese alla nipote di chiamarla con più frequenza, confidandole tutto ciò che stava accadendo. E così fu, tanto che in aula la zia della vittima ha raccontato di quella volta che Roderick davanti ai fornelli minacciò la moglie di gettarle addosso l’acqua bollente della pasta che stava cuocendo, ma anche di un’altra volta in cui, sempre lo stesso imputato, interruppe una videochiamata tra le due donne facendo irruzione nella camera da letto minacciando la moglie di “farle pagare” il fatto di non aver portato i loro figli a fare visita ai nonni, positivi al Covid-19. Un’altra volta ancora, la donna ha raccontato che Bernice fu schiaffeggiata dopo aver chiesto al marito perché era rientrato tardi la sera.
Fino ad arrivare all’8 maggio 2022, giorno della festa della mamma, quando la vittima si sarebbe rifiutata di andare a Gozo innescando le ire di Roderick Cassar, che avrebbe dichiarato di voler “distruggere tutto” mentre dalla rabbia scuoteva un armadio prima di sferrare un pugno al volto di Bernice per poi dirigersi in cucina, prendere un coltello da puntare al collo della moglie minacciandola di morte. La donna riuscì ad uscire di casa e chiedere aiuto al fratello e alla cognata che vivevano lì vicino. Lo stesso giorno si recò anche dalla zia, raccontandole l’accaduto e manifestando la volontà di voler lasciare il marito. Riluttante a sporgere denuncia, Bernice cambiò idea grazie al supporto del padre che la accompagnò in Questura.
La testimone ha poi raccontato di un altro episodio che ha avuto luogo la scorsa estate, quando Roderick Cassar era ricoverato in ospedale. Bernice aveva portato i loro figli a fare visita al padre visto che non vivevano più sotto lo stesso tetto. L’incontro si svolse in un parcheggio poiché la donna aveva paura che i figli potessero ammalarsi, tuttavia, quando il giorno seguente disse a Roderick che non riusciva a ripetere l’incontro a causa di impegni lavorativi, l’uomo diede su tutte le furie prendendo a calci la portiera della sua macchina. A seguito di questo episodio, il tribunale emise un ordine di protezione a favore di Bernice.
Era il 13 novembre, nove giorni prima della tragedia, quando la vittima, che si stava recando a Floriana per far vaccinare i figli, fu avvicinata da Roderick che le chiese di mostrargli il telefonino accusandola di averlo tradito. L’uomo sparì per poi ricomparire, bloccando con la sua auto il passaggio di Bernice, imprecando contro la donna e minacciandola di fargliela pagare per avergli portato via i bambini, prima di rivolgersi al figlio e dirgli: «mercoledì sarò in prigione».
Sempre secondo il racconto della zia della vittima, fu in quel momento che Bernice ebbe la chiara consapevolezza che Roderick l’avrebbe uccisa. La testimone ha sottolineato come, nonostante le denunce, la polizia non abbia fatto nulla per proteggere la nipote che morì il 22 novembre, freddata da due colpi di fucile mentre stava andando al lavoro.
Il marito, Roderick Cassar, unico imputato della sua morte, continua a dichiararsi non colpevole.