Sembra che non ci sarà alcuna inchiesta pubblica per far emergere le responsabilità sulla morte di JeanPaul Sofia, il 20enne che il 3 dicembre 2022 perse la vita nel crollo del cantiere di Kordin. Il suo corpo fu estratto dalle macerie dopo quindici ore di intense ricerche sotto la disperazione della famiglia che fino all’ultimo sperava in un miracolo. Quel giorno altri cinque operai furono soccorsi, tre erano finiti in terapia intensiva ed altri due avevano riportato gravi ferite. Per fortuna tutti si salvarono, a differenza del povero giovane che non ha avuto scampo.
Da allora sono trascorsi due mesi e giustizia non è ancora stata fatta. La questione era già stata sollevata in Parlamento verso la fine di gennaio, quando il deputato nazionalista Jerome Caruana Cilia aveva chiesto giustizia anche a nome della famiglia di Sofia, distrutta dal dolore, puntando il dito contro “l’assordante silenzio” delle istituzioni e reclamando che venissero fatti i nomi dei responsabili della tragedia.
Mercoledì 2 febbraio lo stesso Caruana Cilia è tornato sull’argomento, domandando se verrà istituita un’inchiesta pubblica sulla morte del 20enne e, in Parlamento, il Primo Ministro ha risposto che sul caso stanno indagando le autorità competenti ed è già in corso un’indagine della magistratura. «Se vogliamo giustizia, queste istituzioni dovrebbero poter lavorare in serenità», ha affermato Abela secondo i resoconti dei media locali, esortando le istituzioni coinvolte a «dare la massima importanza al caso, così che la famiglia della vittima e la società possano rapidamente ottenere giustizia».
Al momento, nessuna persona sembra essere stata ancora iscritta nel registro degli indagati.