Il mercato del lavoro maltese attrae sempre più stranieri, in particolare quelli provenienti da Paesi fuori dall’Unione Europea. È quanto sembra essere emerso nel corso di un’interrogazione parlamentare del Partito Nazionalista, alla quale ha risposto il ministro delle Finanze Clyde Caruana fornendo i dati rilasciati da JobsPlus, secondo cui i lavoratori provenienti da Paesi terzi sarebbero addirittura decuplicati nel giro di 21 anni.
Secondo lo studio citato da Times of Malta, i 4.695 lavoratori extra-UE registrati sull’arcipelago nel 2011 sono aumentati repentinamente ed esponenzialmente nel corso degli anni, arrivando a raggiungere quota 14.116 nel 2017 e ben 52.664 ad agosto 2022. Contestualmente, sono incrementati anche quelli provenienti da altri Stati membri UE, seppur con un ritmo più “lento”, dai 7.484 del 2011 ai 32.448 nel 2021, ultimo anno di analisi dell’Agenzia per il lavoro.
Le persone che arrivano a Malta da Paesi terzi hanno bisogno di un unico permesso sia per vivere che per lavorare regolarmente sul territorio, valido per la durata di un anno. Per ottenerlo è necessario trovare un impiego, part-time o a tempo pieno, dopodiché toccherà al datore di lavoro presentare la domanda ad Identity Malta, che a sua volta si interfaccerà con JobsPlus e la polizia.
Un iter necessario per regolarizzare la risorsa che, però, sempre secondo fonti che hanno riferito al giornale maltese, negli ultimi mesi pare essere stato “rallentato” da diversi ritardi, tanto che i due mesi solitamente richiesti per la trafila in molti casi sembrano essersi protratti fino a sei mesi.