Il 2023 potrebbe aprirsi male per i professionisti di medicina estetica ed i loro clienti. Pare infatti che il governo stia valutando di applicare l’IVA al 18% su una serie di prestazioni del settore.
A rivelarlo è Times of Malta che, per trovare riscontro alle segnalazioni, ha contattato la direttrice del Saint James Hospital Group, Maria Bugeja, la quale pare abbia confermato le voci secondo le quali il Department of Inland Revenue (Dipartimento delle Entrate) avrebbe già comunicato agli operatori del settore la volontà da parte dell’Agenzia delle Entrate di tassare alcune delle loro prestazioni.
Se le intenzioni del fisco maltese dovessero concretizzarsi, specialisti e chirurghi estetici si ritroverebbero ad aggiungere l’IVA alle proprie parcelle per la prima volta. Una novità che si rifletterebbe inevitabilmente nell’aumento dei prezzi rivolti ai clienti.
Tra i servizi che potrebbero essere soggetti ad una “revisione” del tariffario, il giornale maltese cita i trattamenti per eliminare le cicatrici da acne, la rimozione di verruche, ed anche i popolari “ritocchini” con l’impiego di botox e filler. Non solo: oltre a quelle estetiche, gli aumenti andrebbero ad interessare anche le pratiche mediche, come lo sbiancamento dei denti o l’applicazione dell’apparecchio, se non ritenuti “essenziali” per la diagnosi e la salute del paziente.
Ed è proprio su quest’ultimo un punto che, sempre secondo indiscrezioni citate da Times of Malta, si troverebbe il vero nodo da sciogliere, poiché bisognerebbe chiarire e catalogare ciò che può essere considerato come intervento medico o puramente estetico, e quindi da tassare.
Una situazione che sembra aver messo già in allarme numerosi professionisti, con la stessa Bugeja che ha espresso scetticismo sulla situazione, sottolineando la preoccupazione rivolta alla concorrenza del mercato turco al quale sembrano essersi rivolti già da tempo numerosi maltesi, beneficiando di trattamenti estetici a costi a quanto pare vantaggiosi. Anche vista in questo senso, l’introduzione dell’IVA sulle parcelle locali potrebbe effettivamente infliggere un duro colpo al settore rendendolo meno competitivo.
In più c’è da considerare anche come verranno gestiti i prezzi dei servizi offerti sul territorio per riparare alle prestazioni che non hanno funzionato su un numero “non insignificante” di pazienti volati in Turchia e poi rientrati a Malta. «Se queste cure dovessero avvenire nell’ambito della fornitura di assistenza sanitaria nazionale sarebbe da considerare un guadagno netto o una perdita netta?» si è infatti domandata la direttrice del Saint James Hospital Group.
Anche un operatore del settore maltese sembra aver confermato al Times of Malta le teorie di Bugeja, manifestando i propri timori secondo cui le cliniche di medicina estetica potrebbero subire un’importante “migrazione” di pazienti verso il mercato turco.