Torna in aula lo scandalo che a fine 2022 ha investito la Malta Philharmonic Orchestra (MPO). Il caso che vede coinvolto un funzionario del Complesso, accusato di molestie sessuali da un’ex componente, si arricchisce di ulteriori dettagli. In aula, l’ispettore di polizia che segue le indagini ha infatti rivelato che Sigmund Mifsud, direttore generale dell’Orchestra, avrebbe fatto di tutto per insabbiare la vicenda ed evitare conseguenze penali per l’accusato.
Il suo coinvolgimento è venuto a galla dopo la denuncia della donna, che ha portato all’arresto del presunto molestatore, un 31enne gozitano. L’uomo si è poi dichiarato colpevole, ricevendo una condanna con sospensione della pena.
Le indagini hanno poi portato a fare piena luce su quanto avvenuto all’interno della MPO, con Mifsud che a novembre avrebbe indetto una riunione straordinaria, al solo scopo di scongiurare lo scandalo, chiedendo agli altri componenti del Complesso e del direttivo di far desistere la vittima dal denunciare le molestie subite.
Tra i presenti all’incontro ci sarebbe stato anche un responsabile delle Finanze, che in aula avrebbe confermato le azioni di Mifsud mirate a far sì che la vittima modificasse la lettera di dimissioni, convincendola inoltre a non rivolgersi alla polizia. Secondo il direttore, una simile notizia avrebbe infatti causato un danno incalcolabile all’Orchestra, soprattutto d’immagine.
Lo stesso tesoriere avrebbe però deciso di non accondiscendere alle richieste del suo superiore, sottolineando che le accuse della donna andavano prese in considerazione così come eventuali provvedimenti.
Infine, a comparire in aula è stato un sergente di polizia, che ha confermato la denuncia sporta dalla donna, all’epoca musicista della MPO. Lei stessa avrebbe prima informato Mifsud delle molestie subite, tuttavia il direttore avrebbe tentato di smorzare la situazione, dicendole che stava esagerando.
In una precedente seduta, la denunciante aveva confermato quanto riportato nella sua lettera di dimissioni, dettate dal forte stress causato dalla situazione, raccontando di «abusi e molteplici episodi di molestie sessuali avvenuti in ufficio e durante le funzioni lavorative», che l’avrebbero convinta a lasciare il lavoro per tutelare la propria salute psicofisica.
Gli episodi si sarebbero protratti per tre anni, dal 2019 fino a settembre 2021: secondo le ricostruzioni, la presunta vittima sarebbe stata oggetto anche di messaggi sessualmente espliciti, e sarebbe anche stata palpeggiata in più occasioni contro la sua volontà.