Saranno diciassette e non più quindici, i piani della torre destinata ad ospitare nuovi uffici a Ta’ Xbiex, firmata Michael Stivala.
L’approvazione alla domanda, presentata dallo stesso richiedente, nonchè presidente dell’associazione degli sviluppatori maltesi, ha avuto il via libera all’unanimità, ottenendo otto voti favorevoli e zero contrari da parte del Consiglio della Planning Authority.
Il sito in questione, occupa una superficie di 839 metri quadrati e la torre si affaccerà su Triq Testaferrata, Triq Enrico Mizzi e Triq Emmanuel Galizia. Secondo quanto riportato da Malta Today, al fine di mostrare l’impatto delle modifiche sullo skyline del territorio, l’architetto fautore del progetto, Joseph Bondin, ha mostrato ai presenti diversi fotomontaggi di come sarebbe apparso l’edificio dalla prospettiva dell’Università di Malta, messo a confronto con “Metropolis Plaza”, una struttura alta ben 33 piani, ancora da costruire, il cui progetto è stato approvato nel 2009 e rinnovato cinque anni più tardi, ed il cui impatto visivo sembrerebbe “stonare” con la vista del paesaggio, regolata dalle politiche sulla pianificazione del territorio.
La richiesta dei due piani in più da aggiungere al progetto della torre commerciale di Ta’ Xbiex si è resa necessaria, a detta del suo promotore, a seguito di una ricerca di mercato che mostra come le aziende, in particolare le imprese straniere, cerchino aree all’aperto per uffici a beneficio dei propri dipendenti.
Per questa ragione, la proposta non comporterà una modifica alla metratura originaria, bensì vedrà l’arretramento delle facciate in vetro a favore di terrazze più ampie. Saranno inoltre incrementati i parcheggi con altri 16 posti auto, per una dotazione complessiva finale di 137 spazi per la sosta delle autovetture.
L’area di Testaferrata Road è tutt’altro che entusiasmante: un coacervo di edifici raffazzonati, cadenti, sporchi, attraversati da una strada che di giorno è un fiume di macchine e di notte un proscenio per le numerose battone che ivi stazionano ed abitano (con tanto di intoccabile pappone albanese).
La zona va interamente ripensata. Sarebbe una palestra molto interessante per giovani architetti interessati a progettare a misura d’uomo ed in modo rispettoso della tradizione architettonica maltese.
E invece no: immobiliaristi ed architetti continuano imperterriti ad ammannirci cementificazioni in stile anni 70: fuori scala, sciatte, prive di stile, mal edificate e senza alcun coordinamento con l’adeguamento urbanistico.
E la “Planning Authority”? Approva tutto, senza discutere.
Certo c’è la speculazione, gli affari, i soldi. Ma una volta che i sacchi di denaro sono stati messi al sicuro nei puff dei salotti bene… perchè costruire edifici cosi brutti?
Quale problema hanno i Maltesi con la architettura contemporanea?