Nella mattinata di giovedì è tornato in aula il caso di Roderick Cassar, accusato del femminicidio della moglie Bernice, uccisa in strada nella zona industriale di Kordin la mattina del 22 novembre.
Un ispettore di polizia presente sul luogo del delitto ha testimoniato che Roderick Cassar si sarebbe appostato in una zona sopraelevata alla strada con la propria auto, in attesa del passaggio della vettura della moglie. Al suo arrivo, l’avrebbe bloccata in mezzo alla carreggiata. Da lì, la tragedia.
L’omicidio sarebbe stato compiuto davanti a numerosi testimoni. Tra questi, alcuni operai di una fabbrica vicina, che si sarebbero affacciati alla finestra dopo aver sentito una donna gridare in strada. Alcuni di loro avrebbero anche ripreso la scena con il telefonino. Nei video si sentirebbe distintamente Bernice gridare per chiedere aiuto.
Un altro testimone si sarebbe avvicinato alla coppia, convinto si trattasse di un incidente stradale. Al suo arrivo, Roderick Cassar l’avrebbe minacciato con il fucile, costringendolo ad andarsene. Gli spari sarebbero partiti proprio mentre l’uomo stava tornando sulla propria macchina.
Sempre l’ispettore conferma la presenza di un testimone che avrebbe visto tutta la scena dell’omicidio. Si tratta di una tassista, tra i primi a chiamare i soccorsi. La donna avrebbe visto distintamente un uomo sparare prima al petto di Bernice, per poi finirla con un proiettile al volto.
All’esecuzione avrebbe assistito anche una coppia di passanti, che avrebbe visto la donna seduta a terra e un uomo sparare nella sua direzione.
Alla vigilia dell’omicidio, la vittima avrebbe ricevuto sette telefonate dal marito, tra le 21:00 e le 22:00, senza ottenere risposta. I due non vivevano più assieme da maggio, quando Bernice ha denunciato l’uomo per averla minacciata puntandole un coltello alla gola, durante una lite domestica.
Dopo l’omicidio, il sospettato si è dato alla fuga, portando con sé anche il telefono della vittima. Avrebbe poi chiamato il padre della donna, informandolo di avergli ucciso la figlia, e che i loro due figli sarebbe finiti in un orfanotrofio. Quando il genitore ha tentato di contattare Bernice, avrebbe nuovamente risposto Roderick, ripetendogli di averla uccisa.
L’imputato era ossessionato da una presunta relazione extraconiugale della moglie, dalla quale si stava separando e aveva ricevuto numerose denunce per violenza domestica. Il presunto amante della donna sarebbe però stato semplicemente un collega di lavoro, con il quale Bernice si sentiva in una chat di lavoro, assieme ad altri colleghi.
Come riporta Tvm News, durante l’udienza il magistrato che segue il caso avrebbe chiesto all’ispettore di polizia le misure adottate per difendere Bernice, a fronte delle denunce presentate dalla donna: «Mi sta raccontando tante cose che sono successe il giorno dell’omicidio, ma nessuno mi ha dato una spiegazione di cosa sia stato fatto sull’ultima denuncia presentata da Bernice Cassar alla vigilia del suo omicidio. Voglio sapere quali azioni sono state intraprese al riguardo, e se c’era qualche possibilità che questa persona non venisse uccisa».
L’uomo, dal momento dell’arresto rimasto sempre impassibile davanti alle foto del cadavere della moglie, si è dichiarato non colpevole.