È un vero e proprio terremoto quello che sta scuotendo il Parlamento Europeo, dopo l’arresto di quattro persone accusate di aver intascato tangenti dal Qatar.
Il Paese che sta ospitando i Mondiali di calcio avrebbe infatti tentato di corrompere alcuni parlamentari europei, con lo scopo di chiudere un occhio sulle condizioni di lavoro nel Paese della penisola araba.
Una serie di controlli operati della polizia federale belga negli ultimi quattro giorni ha portato al rinvenimento di quasi un milione di euro in contanti ed apparecchiature elettroniche, oltre al fermo di sei indagati.
La conferma delle indagini si è poi concretizzata con la convalida dell’arresto di quattro persone per partecipazione ad attività criminali, riciclaggio e corruzione: la vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, compagno della stessa Kaili, l’ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Pier Antonio Panzeri e Niccolò Figà-Talamanca, esponente della Ong “No Peace Without Justice”.
Indagati e rilasciati sotto condizione dalla magistratura belga Luca Visentini, segretario generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati, e il padre della Kaili.
La posizione di Eva Kaili non è delle migliori: una perquisizione nella sua casa a Bruxelles lo scorso sabato ha consentito alle autorità di rinvenire alcuni borsoni pieni di denaro contante che, secondo il quotidiano belga L’Echo, si stima superino 750mila euro in tagli da 20 e 50 euro: seicentomila euro erano nella valigia in possesso del padre di Kaili e il resto nell’abitazione dell’eurodeputata greca per la quale il governo ellenico ha ora predisposto il congelamento dei beni.
Nello stesso contesto, sabato sera a Bruxelles, è stata perquisita anche la casa dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella, dove è stato sequestrato del materiale informatico.
Nel frattempo in Italia sono arrivati i fermi anche per Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia di Pier Antonio Panzeri. Per loro le accuse sono di concorso in associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. Le due donne, condotte inizialmente nel carcere di Bergamo, hanno poi ottenuto gli arresti domiciliari.
Eva Kaili è stata sollevata dal suo incarico al Parlamento Europeo con effetto immediato. Anche il partito socialista Pasok, di cui Kaili faceva parte, ha deciso di sospendere la 44enne di origini greche. Stessi sorti per Panzeri, sospeso dagli iscritti del movimento democratico e progressista dalla commissione di garanzia di Articolo 1 Lombardia.
Sul caso è arrivata immediata anche la risposta del Qatar. Un portavoce del Paese ha infatti inviato una mail al notiziario Politico.eu, smentendo ogni congettura degli investigatori del Belgio: «Lo Stato del Qatar respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta».
Sullo scandalo è intervenuta Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo che, dopo aver rimosso dall’incarico Kaili, ha preso immediatamente le distanze dagli esponenti politici coinvolti nelle indagini e all’apertura della plenaria del PE di lunedì pomeriggio, ha affermato: «Sono stati i giorni più lunghi della mia carriera. Sono infuriata, dispiaciuta, e queste sono le sensazioni che accompagnano la mia determinazione a rafforzare quest’istituzione. L’europarlamento è sotto attacco, la democrazia europea è sotto attacco».
Metsola ha poi affermato che la vicenda non resterà impunita, e che l’Europarlamento si opporrà ai “nemici” che intaccano i valori della democrazia, da qualunque parte essi provengano. «Non metteremo la polvere sotto il tappeto. Non ci sarà impunità» ha garantito il presidente del PE, aggiungendo: «Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso alle nostre sedi, come vengono finanziate queste organizzazioni, quali legami hanno con Paesi terzi. Daremo una scossa a questo Parlamento. È essenziale che queste persone capiscano che l’Europa non è in vendita».
I am in politics to fight corruption.
To stand up for Europe.
We will meet this test head on.
There will be no impunity.
There will be no sweeping under the carpet.
There will be no business as usual.@Europarl_EN stands against enemies of democracy wherever they come from. pic.twitter.com/60SW8TzV1K— Roberta Metsola (@EP_President) December 12, 2022
Durissima anche la reazione in Italia del commissario UE agli Affari economici Paolo Gentiloni, che nei giorni scorsi ha così commentato le indagini in corso: «È una cosa gravissima. Se quello che emerge da Bruxelles fosse confermato, si tratterebbe di esponenti del Parlamento e attivisti che avrebbero ricevuto soldi per chiudere un occhio sulle condizioni di lavoro in Qatar. Una vicenda vergognosa e intollerabile che potrebbe rivelarsi una delle più drammatiche storie di corruzione di questi anni».
Eva Kaili aveva già fatto parlare di sé qualche settimana fa quando, di ritorno da un viaggio in Qatar, all’Europarlamento aveva etichettato il Paese arabo come «leader in termini dei diritti dei lavoratori».
Nuovi aggiornamenti sul caso sono destinati ad arrivare nelle prossime ore, dopo l’apertura anche delle indagini interne annunciata da Metsola e che vede la piena collaborazione degli europarlamentari.
L’attenzione sembra essere rivolta anche ad altri eurodeputati e funzionari che hanno elogiato il Qatar per le riforme del lavoro piuttosto che condannare i diritti dei lavoratori e le pericolose condizioni durante le opere di costruzione.