George Vella potrebbe essere il primo presidente dimissionario della storia di Malta qualora il parlamento decidesse di approvare i nuovi emendamenti alla legge sull’aborto.
Secondo quanto riportato oggi da Times of Malta, Vella avrebbe confidato a persone a lui vicine di stare seriamente pensando alle dimissioni, in caso di depenalizzazione dell’aborto.
La proposta di legge non legalizzerebbe l’interruzione di gravidanza per tutte le donne, ma solo in caso di seri pericoli per la salute e la vita della gestante, liberando medici e donne da implicazioni legali.
Limitazioni che non troverebbero ugualmente il consenso del presidente. Vella sarebbe infatti “preoccupato” per le possibili interpretazioni della legge, che potrebbero portare l’aborto a diventare una pratica comune non solo in casi di vitale importanza. L’interruzione di gravidanza è argomento indiscutibile per il decimo presidente maltese, medico di professione e da sempre fermo antiabortista.
Polemiche sull’argomento ci sono già state nel maggio scorso, quando l’ex deputata indipendente Marlene Farrugia, aveva presentato una proposta di legge per depenalizzare la pratica. In quel frangente, Vella si era schierato contro la proposta con una dura presa di posizione: «Non ci sono mezze misure per l’omicidio. O si uccide o non si uccide. Non esistono “se” e “ma”».
A luglio, il presidente è invece volato nel Regno Unito mente nel suo Paese veniva approvata una nuova legge, che di fatto consente ai medici di effettuare test genetici su embrioni da fecondazione assistita.
Il viaggio di Vella sarebbe stato pianificato proprio per rendere impossibile la firma della legge, poi avvenuta ugualmente grazie all’intervento del presidente a interim Frank Bezzina, nominato qualche settimana prima. In quell’occasione George Vella ricevette molte critiche per essersi sottratto a un dovere costituzionale.
I nuovi emendamenti si trovano ora alla seconda fase di lettura in Parlamento; ciò significa che qualsiasi formulazione potrebbe cambiare in sede di commissione. Si prevede che le modifiche all’attuale legge saranno soggette al voto dei parlamentari il prossimo 19 dicembre, prima della pausa per le festività natalizie.
Discussioni sul tema stanno trovando pareri contrastanti nel mondo politico e sociale, non solo locale. Nella giornata di martedì, 108 eurodeputati hanno infatti espresso il proprio parere favorevole alle modifiche sulla legge maltese, arrivato in particolar modo dai socialisti e dai Verdi. Sul territorio, forte opposizione è giunta invece dal partito Nazionalista e dal movimento pro-life, di cui fa parte anche l’ex presidente Marie Louise Cleiro Preca. La paura comune è la stessa del presidente Vella: che qualsiasi problema di salute possa essere preso come scusa per mettere fine a una gravidanza, con particolare preoccupazione per i problemi di salute mentale che non causerebbero rischi per la vita della futura mamma. Dello stesso avviso sarebbero anche numerose Ong.
Il Primo Ministro Robert Abela e il Ministro della Salute Chris Fearne hanno tentato di gettare acqua sul fuoco, dichiarando che l’emendamento ufficializzerebbe una pratica di fatto già svolta dai medici del Mater Dei. Affermazioni che però stridono con il recente caso della turista americana Andrea Prudente.
In una dichiarazione rilasciata questa mattina ai giornalisti, Abela ha inoltre affermato di essere aperto a nuove discussioni con Vella e con tutte le parti interessate, ma che eventuali modifiche alla legge non dovrebbero eliminare le tutele rivolte ai medici e alle donne, principi alla base dei nuovi emendamenti.
Al momento, George Vella non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica sulla proposta di legge. Se dovesse dimettersi di fronte all’approvazione dell’emendamento, ancora una volta potrebbe intervenire il presidente a interim. Quest’ultimo avrebbe però la facoltà demandare la firma al prossimo presidente eletto, allungando così i tempi.