È stata una giornata “storica”, quella di mercoledì 9 novembre, per le Ong maltesi da anni impegnate nella tutela della fauna e del territorio locale, grazie al risultato raggiunto in tribunale, dove il giudice Lawrence Mintoff ha emanato un provvedimento dichiarando di fatto illegale l’accordo “segreto” siglato anni fa dal governo, che affidava la gestione quasi esclusiva delle zone boschive di Miżieb ed Aħrax alla Federazione dei Cacciatori (FKNK).
Così, attraverso un comunicato congiunto, BirdLife Malta, Din L-Art Ħelwa, Friends of the Earth Malta, Moviment Graffitti, Ramblers’ Association of Malta e il professor Edward Mallia si sono dichiarati immensamente soddisfatti del fatto che su questa vicenda abbia finalmente trionfato la giustizia a favore dei cittadini maltesi e dei territori oggetto del provvedimento.
L’accordo di tutela del 2020, firmato “silenziosamente” e senza previa consultazione tra le parti interessate nell’ottobre dello stesso anno, durante una riunione tra i ministri Ian Borg, Clint Camilleri e Aaron Farrugia, avrebbe dovuto infatti essere eseguito attraverso un atto pubblico ufficiale per essere ritenuto valido, come concluso dalla corte d’appello.
Questo documento prevedeva il diritto di gestione dei due siti, per un totale di 1,5 milioni di metri quadrati di area naturale nelle mani di FKNK, la quale ha fin da subito potuto utilizzare i boschi come aree di caccia per nove mesi all’anno, limitando l’accesso del pubblico a piccole zone designate all’interno dei due parchi naturali.
Tale decisione si è resa possibile grazie alle svariate proteste nazionali di questi mesi in contrasto alla cessione segreta dei territori alla lobby dei cacciatori, con le Ong che sono state in grado di dimostrare ai tribunali maltesi l’iniquità ed illegalità dell’accordo vigente che comprendeva le vaste terre di Aħrax e Miżieb, riservate a poche centinaia di cacciatori durante i lunghi mesi delle stagioni venatorie a Malta, a discapito del pubblico che tutto l’anno voleva godersi questi luoghi incontaminati.
Le proteste delle Organizzazioni non governative denunciavano la violazione del diritto dell’Unione Europea dal momento che il governo non ha mai condotto alcuno degli studi richiesti per determinare e valutare gli impatti ambientali di una concessione su così larga scala, in aggiunta alla totale segretezza dell’accordo che non aveva previsto la pubblicazione della stesura dei piani di gestione delle due aree e la divulgazione di informazioni generali.
Ad accrescere ulteriormente il malcontento degli attivisti vi era, inoltre, la consapevolezza che tale concessione era stata rilasciata a seguito del pagamento di una cifra considerata “simbolica” di 400 euro annui, aggravata dalla fisiologica perdita di entrate per il divieto di accesso ai visitatori che sarebbero state destinate a favore del Fondo Ambiente.
A seguito della decisione del giudice Mintoff di annullare l’accordo, le cinque Ong fanno ora appello al governo affinché dichiari immediatamente questi due territori come aree pubbliche per tutto l’anno, chiedendo inoltre una maggior attenzione da parte delle istituzioni nel rispetto delle esigenze della società, della natura e della preservazione degli spazi aperti.
Nonostante BirdLife Malta, Din L-Art Ħelwa, Friends of the Earth Malta, Moviment Graffitti e Ramblers’ Association of Malta riconoscano l’importanza di questa vittoria giuridica, hanno comunque promesso di preservare l’impegno nel combattere contro le ingiustizie verso la natura e le persone: «Oggi celebriamo una grande vittoria, ma continuiamo a lavorare sodo per ottenerne di più!» Adesso via alle pressioni sul governo per dichiarare i due siti naturalistici aree pubbliche per tutto l’anno.