Nella giornata di lunedì 7 novembre la Commissione Europea ha sancito che i portali di affitto a breve termine come AirBnB saranno chiamati a condividere i dati delle loro piattaforme al fine di sviluppare una crescita responsabile, equa e affidabile del settore, parte di un ecosistema turistico ben bilanciato, che garantisca inoltre condizioni di parità a tutti gli operatori.
La proposta dell’esecutivo Ue arriva dopo le recenti polemiche innescate dalle maggiori capitali turistiche europee come Roma, Parigi, Londra e Barcellona, che hanno accusato la popolare piattaforma statunitense per la prenotazione di case vacanza di aver aggravato la carenza di alloggi nelle città e favorito il rincaro dei prezzi.
Questa mossa della Commissione rappresenta un tentativo di far fronte al vasto mosaico di differenti normative nazionali all’interno dell’Unione che affrontano con approcci radicalmente diversi la regolamentazione di Airbnb e dei suoi rivali, con l’obiettivo finale di bilanciare gli interessi delle città e delle zone rurali. Così cita il comunicato rilasciato dalla CE:
«Le nuove norme proposte contribuiranno a migliorare la trasparenza sugli alloggi a breve termine e sulle regole che devono rispettare affrontando l’attuale frammentazione delle modalità di condivisione dei dati da parte delle piattaforme online e prevenendo gli annunci illegali. Tutto ciò contribuirà a creare un ecosistema turistico più sostenibile e orientato verso la transizione digitale»
Il trend degli affitti a breve termine si è esteso anche a Malta, che di recente ha fatto i conti con i danni arrecati agli operatori del settore, contribuendo all’incremento della domanda di sviluppo immobiliare con un conseguente impatto sui prezzi delle case e sull’ambiente.
L’auspicio del governo è che il nuovo regolamento sugli affitti a breve termine (STR) riuscirà ad apportare una maggiore trasparenza ed equilibrio nel settore, grazie alla raccolta dalle varie piattaforme online di dati accurati come, per esempio, il numero di pernottamenti e quello degli ospiti, consentendo così alle autorità di utilizzare queste informazioni per attuare politiche maggiormente efficaci.
Un’ulteriore miglioria introdotta dalla nuova normativa proporrà anche l’aggiornamento dei sistemi di registrazione locali con la possibilità di creare un numero di registrazione univoco per immobile, in modo da poter permettere all’utente di verificare quelli in affitto direttamente dalle piattaforme online.
Il Malta Business Bureau, l’organizzazione europeista della Camera di commercio di Malta e della Malta Hotels and Restaurants Association (MHRA), attraverso un comunicato ha dimostrato il suo entusiasmo per la proposta, come si evince dalle parole della presidente Alison Mizzi:
«Avere condizioni di parità a livello europeo attraverso regole chiare e semplici è essenziale e tutti ne trarranno vantaggio: i turisti continueranno a beneficiare di condizioni vantaggiose, le strutture tradizionali potranno competere in condizioni di parità e infine le autorità potranno avere un controllo più solido. Il tutto contribuirà ad un turismo più sostenibile»
Anche il presidente dell’MHRA, Tony Zahra, ha manifestato soddisfazione per l’iniziativa europea, in particolare per far fronte allo scarso rispetto di molti affittuari privati per le norme del settore:
«MHRA ha espresso preoccupazione per il mancato rispetto delle regole da parte dei proprietari di alloggi privati senza licenza che non solo non rispettano le norme, ma non sono costretti a pagare IVA, imposta sul reddito ed eco-imposta. Il risultato? Sistemazioni scadenti che fanno sfigurare Malta e creano un danno per lo Stato»
In attesa di assistere a come si evolverà la situazione nei prossimi mesi, la nuova normativa ha certamente già attirato i primi consensi degli operatori del settore.