L’agenzia di frontiera dell’Unione europea, Frontex, ha lanciato giovedì scorso una nuova operazione sul Mediterraneo denominata Themis, eliminando l’obbligo della precedente missione di portare i migranti soccorsi solo in Italia.
La precedente operazione di Frontex, chiamata Triton, richiedeva che tutti i migranti soccorsi in mare fossero portati in Italia, anche quando un altro paese dell’Ue, Malta, fosse risultato più vicino. Per questo l’Italia aveva lamentato ripetutamente la mancanza di solidarietà dell’UE nella gestione dell’immigrazione.
Per questo Themis affida ogni sbarco allo stesso Paese che coordina un particolare salvataggio. Nella sostanza il nuovo regolamento non sembra destinato a cambiare le proporzioni degli arrivi, dato che l’Italia coordina la stragrande maggioranza dei soccorsi marittimi tra il Nord Africa e la propria costa meridionale. Ma di certo viene inviato un chiaro messaggio politico ai vicini di casa del Mediterraneo come Malta. Altra novità dell’operazione Themis è il maggiore impegno delle forze dell’ordine, dato che l’Italia sarà aiutata nel rintracciare attività criminali come il contrabbando di stupefacenti attraverso l’Adriatico.
La missione, della durata di un anno, sarà rivalutata ogni tre mesi e, a differenza di Triton, concentrerà maggiormente gli sforzi a ridosso della costa adriatica dell’Italia meridionale. Nessun migrante recuperato sarà tuttavia ricondotto in paesi extra UE come la Libia o la Tunisia, nonostante il suggerimento arrivato dall’Italia di condurli verso il porto più vicino: il diritto marittimo internazionale prevede infatti il trasporto verso il più vicino “luogo di sicurezza”.