Il processo lampo a due degli assassini di Daphne Caruana Galizia continua a essere al centro delle cronache maltesi, soprattutto oggi.
Tra i tanti esponenti politici, a parlare è stato il Primo Ministro Robert Abela, in occasione di un convegno politico svoltosi questa mattina a Zebbug. Come riportato dai media maltesi, Abela ha affermato che si è imboccata la strada giusta per dare giustizia a Caruana Galizia e alla sua famiglia. Questo a distanza di 5 anni dall’esplosione dell’autobomba che quel maledetto 16 ottobre del 2017 uccise la giornalista investigativa, con il presunto mandante dell’omicidio ancora da processare, insieme ad altre due persone coinvolte in attesa di sentenza.
A tal proposito, il Primo Ministro ha inoltre affermato che quanto accaduto rimarrà per sempre nella memoria di tutti: «Pensare di poter dimenticare la morte di Daphne Caruana Galizia sarebbe un errore. Dobbiamo invece imparare dal passato. Questo non rispecchia ciò in cui crede Malta o i valori del suo popolo. Faremo di tutto per assicurarci che non si ripeta nulla di simile. Adesso ci sono altre persone da giudicare sull’omicidio, in questo senso il governo sta facendo capire di volere una giustizia solida ed efficace» ha commentato Abela, aggiungendo che l’omicidio della giornalista è stata una pagina inaccettabile per l’arcipelago, così come lo sarebbe stato in qualsiasi altra nazione, e che le riforme giudiziarie introdotte negli ultimi due anni sono una dimostrazione chiara di come il governo sia intenzionato a garantire piena giustizia.
Da un convegno a Mosta, svoltosi sempre domenica 16 ottobre, anche il leader del Partito Nazionalista Bernard Grech è intervenuto sulla vicenda, spiegando che molte persone vorrebbero che si smettesse di parlare del caso Caruana Galiza: «È questo che vogliono che facciamo: smettere di parlare di Daphne. Ma più vogliono che non la nominiamo, più dobbiamo continuare a parlare di lei e del suo lavoro. Questo perché lei è morta per voi».
Grech ha poi continuato affermando che avrebbe partecipato alle veglie in onore della giornalista, ma che fondamentalmente non servirà a cambiare le cose a Malta: «Possiamo andare alle veglie, alla messa per commemorarla, ma non servirà a nulla se continueremo a nasconderci dietro al nostro lavoro o ai soldi».
Anche per il leader del PN la condanna dei fratelli Degiorgio costituisce un passo avanti, sia dal punto di vista della giustizia che dal lato umano. «Ci sono state molte persone che hanno lavorato a livello sia legale che attivista, ma anche perché c’è un PN che è determinato a continuare a scoprire la verità».
Infine, Grech si è scagliato contro il governo e la riforma delle leggi sulla protezione dei media, seppur al momento congelata: «Il governo dovrebbe cancellare i disegni di legge. Non ha imparato niente dalla morte di Daphne Caruana Galizia. Lei è stata messa a tacere uccidendola. Ora faranno lo stesso con altri giornalisti con nuove leggi per farli stare zitti».