Uno dei più grandi progetti della storia di Infrastructure Malta potrebbe essere stato viziato dalla corruzione.
Il dipartimento antifrode dell’Unione Europea avrebbe infatti messo gli occhi su Yorgen Fenech, nell’ambito dell’affidamento dell’appalto dei lavori per la realizzazione del Marsa Junction Project, per un valore di circa 40 milioni di euro. Stando a quanto riporta Times of Malta, all’interno del cellulare del miliardario ci sarebbero evidenze che proverebbero attività illecite per l’assegnazione dei lavori, con Fenech stesso in prima linea in veste di intermediario tra l’ente governativo e Ayhanlar, società turca vincitrice dell’appalto nel 2018. Per la “prestazione professionale” a Fenech sarebbe stata promessa una “commissione di successo” di ben 2 milioni di euro.
Non solo: metà di questa somma sarebbe stata versata da Ayhanlar a una società segreta nell’orbita di 17 Black, l’azienda di proprietà di Fenech registrata a Dubai e già finita nell’occhio del ciclone per lo scandalo Panama Papers, accusata inoltre nel 2016 dalla giornalista Daphne Caruana Galizia (del cui omicidio Yorgen Fenech è il principale sospettato) di aver legami illeciti con l’allora capo di Gabinetto Keith Schembri e l’ex ministro dell’Energia Konrad Mizzi. L’intromissione di Fenech avrebbe suscitato il malumore del miliardario turco Robert Yildirim, il cui gruppo globale gestisce il Malta Freeport Terminals.
Ayhanlar infatti si sarebbe trovata sull’orlo della bancarotta già qualche settimana prima di ottenere l’appalto. Una condizione che ha reso necessario l’intervento di Yildirim per salvare sia l’azienda che il progetto del cavalcavia, di fatto la più grande opera di Infrastructure Malta.
Sotto indagine sarebbe finito uno scambio di mail tra i due miliardari, con Yildirim che avrebbe insinuato l’ombra della corruzione nella gara d’appalto. Alle minacce di Fenech di sporgere denuncia se non gli fosse stata corrisposta l’intera somma promessa derivata dalle “commissioni di successo”, avrebbe infatti risposto con parole che lasciano ben poco all’immaginazione: «Cosa dirai alla corte? Che hai corrotto qualcuno ma non sei stato pagato?». Yildirim avrebbe poi dichiarato, sempre a Times of Malta, di aver messo alla prova Fenech, affermando che se avesse avuto evidenze di attività illecite si sarebbe tirato fuori dal progetto.
La Procura europea (EPPO) ha deciso di avviare un’indagine soprattutto a fronte del coinvolgimento diretto dell’UE, co-finanziatrice del progetto tramite il Fondo di Coesione. Gli accertamenti starebbero però trovando l’ostruzionismo della polizia dell’arcipelago, che al momento si rifiuta di consegnare le prove in suo possesso, compresi i dati rilevati sui dispositivi di Fenech.
Un portavoce della Procura europea avrebbe affermato ai media maltesi che l’istituzione non conferma mai i casi sotto indagine, usando queste parole: «Ogni volta che possiamo dire qualcosa su una qualsiasi delle nostre indagini, lo faremo in modo proattivo. Ricordo inoltre che la nostra competenza è obbligatoria. Questo significa che dobbiamo seguire qualsiasi pista di nostra competenza. Siate certi che lo faremo diligentemente». Come dire: “non possiamo dire che stiamo indagando, ma lo stiamo facendo”. O almeno così sembrerebbe.
Nessuna dichiarazione arriva invece dalla polizia di Malta sul perché sia stato deciso di chiudere il fascicolo sui sospetti di corruzione, e sull’indagine europea. Dal canto loro, i legali di Yorgen Fenech negano qualsiasi responsabilità del loro assistito.
Quella delle “commissioni di successo” è una pratica abbastanza comune a Malta, molto criticata dalla Camera di Commercio internazionale, che nel 2015 catalogava i premi concessi a fronte del raggiungimento di determinati obiettivi come un incentivo a tentare di compiere attività illecite, tra tutte la corruzione.
Tutti i dati dei dispositivi di Fenech sono a disposizione delle autorità maltesi dal 2019, da quando il miliardario è formalmente indagato per essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Intanto, nella giornata di lunedì, il Primo Ministro Robert Abela, rispondendo ai microfoni del Malta Today, ha fatto sapere di “non essere a conoscenza” di un’indagine della procura dell’UE per sospetti di corruzione relativi al progetto del cavalcavia di Marsa.