Da tre anni a questa parte ci ritroviamo a parlare di Jordan Azzopardi, l’uomo definito dai media locali “El Chapo” di Malta, accusato per due volte di detenzione e traffico di droga e che, per la seconda volta, è stato “graziato” dal magistrato che ha concesso il rilascio su cauzione.
Il primo arresto del 32enne risale al 2019, quando, all’interno di una villa extra-lusso di Wardija, dove risiedeva in affitto versando un corrispettivo di 4.000 euro mensili, era stato sorpreso dalla polizia produrre e distribuire sostanze stupefacenti e denaro falso, in quella che successivamente fu definita come la “fabbrica della droga”.
Anche in quella circostanza Azzopardi venne rilasciato su cauzione ritrovandosi, il 22 luglio scorso, a finire nuovamente nel mirino della polizia, allertata da una soffiata anonima che ha fatto sì che gli agenti si precipitassero all’inseguimento della sua BMW grigia che, alla richiesta delle forze dell’ordine di fermare il veicolo, ha risposto dando vita ad un pericoloso fuggi fuggi, che ha portato al danneggiamento di tre veicoli lungo la strada.
La fonte anonima si rivelò attendibile, infatti, durante la fuga gli agenti sorpresero Jordan Azzopardi gettare fuori dal finestrino una borsa contenente 133 grammi di cocaina.
Fu quindi arrestato e accusato di una serie di reati, tra i quali possesso di cocaina, spaccio, danneggiamento di veicoli, guida spericolata e senza patente, resistenza a pubblico ufficiale e violazione delle precedenti condizioni di cauzione con la gravante della recidiva.
Tra le aule del tribunale il 33enne si difese affermando di non essersi reso conto che le vetture coinvolte nell’inseguimento fossero della Polizia, aggiungendo di aver temuto si trattassero di individui pericolosi, che avrebbero potuto mettere a rischio la sua incolumità.
Da queste premesse si evince lo sconcerto della comunità maltese nell’apprendere come il magistrato Natasha Galea Sciberras abbia risposto con favore alla richiesta dell’avvocato di Azzopardi di concedere al suo assistito la libertà su cauzione, predisponendo un deposito da 8.500 euro e una garanzia di 11.500 euro con, in aggiunta, l’obbligo di firma giornaliera e il coprifuoco nelle ore serali da scontare presso il proprio domicilio.
La decisione del magistrato è destinata a continuare a far discutere nel corso delle prossime ore portando a chiedersi come sia possibile che a “El Chapo” di Malta sia permesso di usufruire, ancora una volta, della libertà su cauzione avendo dimostrato di aver contravvenuto a disposizioni simili, perorando i traffici illeciti in cui era coinvolto.