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A Malta non ci si può più fidare nemmeno della televisione pubblica. Giovedì scorso il giudice Grazio Mercieca ha infatti giudicato colpevole l’emittente PBS, per non essere stata imparziale nel periodo delle ultime elezioni.
Motivo? Stando a quanto riportato dal Malta Independent, PBS avrebbe violato la Costituzione non garantendo la propria imparzialità nel periodo di campagna elettorale. L’emittente avrebbe dato molta più visibilità mediatica al partito Laburista, negando al tempo stesso pari copertura alle dichiarazioni della controparte Nazionalista.
Le indagini sono iniziate a fronte della causa intentata a inizio anno dal PN nei confronti dell’Autorità per la Radiodiffusione, la Public Broadcasting Services Ltd, il Ministro Carmelo Abela e l’Avvocato di Stato, proprio per la scarsa visibilità concessa al partito.
Secondo il PN, PBS avrebbe inoltre disobbedito alle indicazioni del Broadcasting Authority, violando i regolamenti sui media radiotelevisivi. Nella sentenza, il giudice afferma che «il pluralismo è un fattore importante del diritto alla libertà di espressione. Lo Stato ha l’obbligo di non interferire e non soffocare la libertà di espressione, oltre a dover creare un quadro legislativo e amministrativo che garantisca un effettivo pluralismo. Il PN non chiedeva solo di poter far sentire la propria voce, ma di avere il diritto di replica, un diritto che lo Stato dovrebbe tutelare come parte dei suoi obblighi».
Inoltre, il giudice Mercieca si è schierato apertamente contro l’oppressione dell’equa e corretta informazione, pratica a quanto pare tristemente comune a Malta: «A questo punto, questa Corte non può esimersi dal fare un commento di carattere generale nel tentativo, anche se rimane una voce solitaria nel deserto, di fermare l’oppressione del diritto alla libertà d’espressione. Sembra essere diventata una convenzione non scritta nella politica maltese: “chi vince prende tutto”. Chi vince, insomma, usa il potere di incombency fino ai suoi limiti, compresi i media radiotelevisivi. Il perdente definisce queste pratiche vergognose e di tanto in tanto protesta, anche attraverso i tribunali. Poi, quando si volta pagina e il partito al governo cambia, a parti invertite il nuovo vittorioso cade nella vergogna, commettendo gli stessi abusi. E così la storia si ripete. Questo gioco del gatto e del topo deve essere sradicato una volta per tutte».
Il tribunale ha inoltre affermato di non poter rimediare agli illeciti di PBS, in quanto un eventuale diritto di replica concesso adesso non avrebbe alcun effetto positivo per il PN, nonostante i tempi brevi in cui è stato trattato il caso nei tribunali. La Broadcasting Authority e la PBS sono state quindi condannate a pagare al PN 1.500 euro, per danni morali.
Come riporta Times of Malta, a spingere il partito Nazionalista alle vie legali sarebbe stato il comportamento della Public Broadcasting Services Ltd, che avrebbe negato ai nazionalisti il diritto di replica sull’inaugurazione del nuovo cavalcavia di Marsa. Replica che sarebbe stata pubblicata ben tre mesi dopo, quando ormai la notizia non aveva più alcun valore.
Il tribunale ha quindi deciso che Broadcasting Authority e PBS non hanno assicurato l’imparzialità, discriminando il PN sull’emissione del diritto di replica in merito alla realizzazione del cavalcavia.
Infine, il giudice ha ordinato che la sentenza definitiva venga pubblicata in maniera esaustiva e in risalto nel corso del notiziario delle 20 di TVM. L’ex ministro Carmelo Abela è stato invece assolto. Il suo coinvolgimento nella vicenda sarebbe legato esclusivamente nel rilascio delle licenze a PBS.