È stata approvata mercoledì sera la legge sulla fecondazione in vitro che consentirà di effettuare test genetici sugli embrioni prima di procedere con l’impianto.
Il risultato è stato ottenuto dopo una votazione che ha visto solo tre pareri contrari tra le fila dell’opposizione.
L’emendamento permetterà a medici e famiglie di ottenere più informazioni prima di procedere con l’impianto degli embrioni nell’utero, andando ad individuare in modo preventivo l’eventuale presenza di patologie genetiche come la malattia di Huntington.
La necessità, e la volontà, di sottoporre il sistema sanitario maltese ad un cambiamento simile era stata manifestata dal partito laburista durante la campagna elettorale precedente alle ultime elezioni generali; il Primo Ministro Robert Abela aveva comunicato infatti l’intenzione di arrivare a questo traguardo entro i primi 100 giorni della sua amministrazione, raggiunti appunto mercoledì.
La legge, passata con il voto di 66 deputati a favore e 3 contrari, sembrava poter incontrare difficoltà a causa dell’ala più conservatrice dell’opposizione Nazionalista. Dubbi dissipati in poco tempo e risolti tramite la discussione di alcuni emendamenti proposti, come dichiarato dallo stesso Bernard Grech, leader del PN, nella giornata di domenica.
Le rigidità a riguardo sono quindi state levigate, trovando solo il voto contrario di Adrian Delia, Alex Borg e Ivan Bartolo. I tre parlamentari, come riporta Times of Malta, non avrebbero rilasciato commenti ai giornalisti dopo la votazione.
Il ministro della salute Chris Fearne ha voluto ringraziare tramite un tweet i deputati che si sono pronunciati a favore della causa, congratulandosi per il risultato raggiunto.
Amendments to #IVF law with provisions for increased opportunities for new lives passed with large majority from all stages in 🇲🇹 #Parliament this evening – thank you to all who voted in favour!
— Chris Fearne (@chrisfearne) July 6, 2022
In una dichiarazione rilasciata ai media locali giovedì, il presidente della Repubblica George Vella ha sottolineato che la legge sarà firmata, rifiutandosi però di specificare le tempistiche e se a farlo sarà lui stesso.
In passato il capo di Stato aveva già espresso riserve in merito alle modifiche sugli emendamenti proposte nel 2018, definendo la questione «una completa parodia dell’etica, della moralità e della dignità umana».
Vella è inoltre noto per le sue posizioni contrarie all’aborto, ribadendo in diverse occasioni che preferirebbe dimettersi piuttosto che firmare un disegno di legge che depenalizza la pratica.
Qualora il presidente della Repubblica si rifiutasse di siglare l’emendamento sulla fecondazione in vitro, il compito ricadrebbe sul neo-eletto presidente ad interim Frank Bezzina, entrato in carica lo scorso mese.