La One Ocean Foundation, iniziativa nata in Italia nel 2018 dalla volontà di un gruppo di appassionati di mare con l’idea di analizzare scientificamente lo stato di salute dei mari e di sostenere soluzioni per invertire la tendenza, sta lavorando alla Ocean Disclosure Initiative, insieme a McKinsey e a SDA Bocconi Sustainability Lab, per fornire uno strumento innovativo che aiuti le aziende a fornirsi di parametri utili per valutare e ridurre l’impatto sui mari e gli oceani. Oggi, il 40% degli oceani è pesantemente influenzato dalle attività umane: inquinamento, sfruttamento delle risorse ittiche, perdita di habitat costieri e molto altro. Il più recente rapporto speciale del IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) indica una stima di aumento del livello delle acque tra i 26 e i 77 centimetri entro il 2100, con un aumento delle temperature di 1,5 °C. Inoltre, una successiva analisi basata su dati europei e della NASA prevede un aumento di 65 centimetri entro la fine di questo secolo, se l’attuale andamento dovesse continuare. Nel 2050 l’inquinamento marino da plastica sarà quattro volte maggiore di oggi. “Lo stato di salute degli oceani è un’emergenza da affrontare” ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante l’importante Conferenza per gli Oceani che si è chiusa a Lisbona.
Le amministrazioni comunali delle cittadine ubicate lunghe le coste del Mediterraneo possono far tanto e divenire agenti e protagonisti di cambiamento, sviluppando e concependo nuove modalità di sviluppo sostenibile per l’occupazione locale. “È ora di cambiare rotta con azioni collettive concrete che ci consentano di ripensare il nostro rapporto con il mare, mettendo insieme sostenibilità, innovazione, visione, ma soprattutto di ripensare il rapporto tra il mare e l’uomo“, ha recentemente dichiarato Stefano Pisani, sindaco di Pollica, affascinante comune ubicato nel Cilento e capitale UNESCO della Dieta Mediterranea.
Proprio da Pollica nasce un’idea che potrebbe riscrivere il ruolo del Mediterraneo e divenire una buona pratica per tutta la regione, con l’istituzione di un’Area Marina Sperimentale dove i custodi del mare, i pescatori del Cilento, diventino i protagonisti di un sistema articolato di tutela (mediante la pulizia dei fondali), ricerca (con azioni di analisi e monitoraggio) e pesca sostenibile. Dal 4 Luglio al 9 Luglio, la costa del Cilento ritorna ad essere un grande laboratorio a cielo aperto, con esperti di blue economy, pescatori e giovani, che grazie al campus di studio e sperimentazione promosso dal Future Food Institute, con il progetto Trame mediterranee – Blue Edition, lavoreranno, attraverso istituti di ricerca, imprese e innovatori, per ripensare il ruolo del mare, condividendo con tutti i sindaci della Costa Cilentana, riuniti presso il Porto di Acciaroli, la proposta di istituzione di un’Area Marina Sperimentale a salvaguardia del mare e dei pescatori.