«Le autorità dovrebbero perseguire legalmente gli ex membri della Pilatus Bank. Perché nessuno fa niente?». A chiederselo è il presidente della Ong “Repubblika” Robert Aquilina.
Nel 2021 un’inchiesta giudiziaria avrebbe fatto luce su numerose attività illecite da parte dell’istituto finanziario, fondato nel 2013 e già scomparso nel 2018.
Tra i reati contestati ci sarebbero associazione a delinquere, traffico di influenze illecite, riciclaggio di denaro e false dichiarazioni alle autorità pubbliche. Non solo: secondo gli investigatori, la banca avrebbe inoltre finanziato e coinvolto altri soggetti esterni per commettere azioni criminali.
Sempre secondo l’inchiesta, gli illeciti si sarebbero compiuti per mezzo della Pilatus Bank, con numerosi direttori e funzionari direttamente implicati, con la complicità dell’ex capo di stato maggiore Keith Schembri e del proprietario della banca, l’iraniano Ali Sadr Hasheminejad.
«Abbiamo motivo di credere che le sporche operazioni della Pilatus Bank abbiano beneficiato della protezione dei massimi esponenti politici del governo nel momento in cui la banca ha iniziato le sue operazioni a Malta, in particolare quella dell’ex primo ministro Joseph Muscat e del suo ex capo di Gabinetto Keith Schembri, tanto che i due nel 2015 sono stati invitati al matrimonio di Hasheminejad in Italia» ha affermato Robert Aquilina in conferenza stampa venerdì pomeriggio fuori dal tribunale di Valletta.
Le indagini avevano infine portato alla richiesta di provvedimenti legali nei confronti di Mehmet Tasli, Rivera Luis Felipe, Ali Sadr Hasheminejad, Ghambari Hamidreza e Antoniella Gauci, tutti funzionari dell’istituto finanziario.
Tuttavia, da allora le autorità non hanno preso alcun provvedimento nei confronti degli indagati. “Repubblika” ha così deciso di presentare un’istanza in tribunale per chiedere che la giustizia faccia il proprio corso.
«Sono passati più di 15 mesi, da quando il Commissario di Polizia e il Procuratore Generale hanno ricevuto l’ordine dal magistrato inquirente di perseguire le persone nominate in precedenza con accuse molto gravi. Non solo non hanno agito, ma si sono effettivamente rifiutati di perseguire queste persone» si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Ong.
La decisione è stata presa dopo due richieste scritte da parte di Aquilina e dirette al commissario di polizia Angelo Gafa’, entrambe cadute nel vuoto. In questo contesto, l’azione legale della Ong chiede al tribunale di obbligare la polizia ad avviare i procedimenti penali ordinati dal magistrato che ha condotto le indagini sulla Pilatus Bank.
L’inchiesta che ha portato al sequestro di circa 400.000 documenti dell’istituto bancario ed agli sviluppi sopra citati, è costata infatti circa 7 milioni e mezzo di euro al Paese, denaro proveniente da fondi pubblici.
L’azione legale di “Repubblika” è seguita dall’avvocato Jason Azzopardi. Sulle attività illecite della Pilatus Bank stava indagando anche la giornalista Daphne Caruana Galizia, poco prima di essere assassinata.
Di seguito, un altro passaggio tratto dal comunicato stampa della Ong, tradotto dalla lingua maltese: «Quindici mesi fa il Commissario di polizia e il procuratore generale hanno ricevuto dalla Magistratura Inquirente l’inchiesta sulla Pilatus Bank. Con tale indagine il Magistrato ha concluso che sono stati commessi vari reati, ordinando di procede penalmente contro la banca, contro il suo titolare e nei confronti di funzionari e direttori della banca stessa. A oggi le forze dell’ordine sono intervenute solo nei confronti della banca e contro un unico suo rappresentante. Contro il titolare della banca e altre persone non sono stati presi provvedimenti in tribunale. Pertanto, questa mattina abbiamo depositato nel registro del Tribunale un ricorso contro il Commissario di Polizia Angelo Gafa’, nel quale abbiamo chiesto alla Corte affinché, sentite le nostre prove, possa ordinare al commissario di polizia di prendere provvedimenti nei confronti della faccenda Pilatus Bank. Non accetteremo che Angelo Gafa’, Alexandra Mamo e Victoria Buttiġieġ continuino la strada intrapresa da Lawrence Cutajar, Ian Abdilla e Peter Grech. Nessuno nel nostro paese dovrebbe essere considerato intoccabile».