Malta è ufficialmente fuori dalla lista grigia del GAFI. Lo conferma l’Ente stesso, per bocca del presidente Marcus Pleyer, il quale afferma che il Paese sta reprimendo gli illeciti fiscali, ma allo stesso tempo abbia ancora molta strada da compiere in tal senso.
Il GAFI sarebbe quindi rimasto soddisfatto dai passi avanti fatti dal governo maltese in ambito delle leggi antiriciclaggio, riuscendo contestualmente a identificare numerose società che operavano oltre i limiti del consentito, omettendo i reali proprietari. Quasi tutte queste società, ormai bloccate, sarebbero appartenute a soggetti stranieri.
Stando ai media maltesi, secondo Pleyer il governo dell’isola starebbe applicando provvedimenti efficaci nei confronti di avvocati, contabili e tutti quei professionisti in grado di aprire scenari commerciali ed economici, che hanno operato in modo illecito. Tutto bene, quindi? Non proprio: l’esclusione di Malta dalla lista grigia potrebbe definirsi “con riserva”.
Sempre secondo Pleyer il governo dovrà impegnarsi non solo a mantenere gli standard di giustizia fiscale raggiunti, dimostrando ulteriori passi avanti nella lotta al finanziamento del terrorismo. L’arcipelago esce quindi dalla lista grigia del GAFI, esattamente un anno dopo il suo ingresso avvenuto a giugno 2021.
Il provvedimento venne preso sulla base di molteplici aspetti. Tra tutti, il meccanismo dei passaporti d’oro e l’immobilità della legge maltese in alcuni casi di corruzione all’interno del governo stesso.
Per il primo ministro Robert Abela, l’uscita di Malta dalla lista grigia è la dimostrazione che il Paese sta facendo bene quanto richiesto: riforme legali e applicazione delle stesse in maniera puntuale.
Sempre secondo i media locali, Abela avrebbe affermato che l’aver attuato un piano d’azione concordato con l’organismo di controllo antiriciclaggio in soli dodici mesi, sarebbe la più grande prova che le riforme erano già in via di sviluppo.