Secondo i dati raccolti dalla Commissione Elettorale sulle recenti elezioni riportati dal Times of Malta, nel corso della campagna elettorale il Partito Laburista sarebbe risultato il più attivo dal punto di vista degli investimenti, arrivando ad elargire quasi il triplo delle spese rispetto alla controparte Nazionalista, nonostante questo trend fosse diametralmente opposto per le campagne digitali.
I dati mostrano come i 69 candidati del partito di Abela si siano trovati a spendere quasi 784.000€ per il sostentamento delle loro campagne personali. Fermi a “soli” 271.000€ i candidati del PN, usciti sconfitti dalle elezioni parlamentari, con l’esito elettorale che ha portato alla riconferma di Abela come Primo Ministro di Malta (55,1% delle preferenze).
Ricordiamo come le normative riguardanti le elezioni generali prevedano come ogni candidato possa elargire una spesa inferiore ai 20.000€ per distretto richiedendo, inoltre, una relazione che evidenzi le entrate e le spese alla Commissioni Elettorale.
I candidati del Partito Laburista avrebbero elargito una media di quasi 15.000€ a candidato per finanziare ogni singola campagna dei propri sostenitori riuscendo ad eleggere 43 membri del parlamento. La controparte Nazionalista, invece, si sarebbe fermata a 5.290€ a persona per sostenere i 35 candidati prescelti.
Tra i candidati che hanno speso di più, infatti, al primo posto troviamo il laburista Roderick Galdes con 39.911€, solo 89€ dal limite imposto dalla legge. Al secondo posto troviamo il chirurgo di Gozo JoEtienne Abela (36.000€) davanti al Ministro degli Esteri Ian Borg che ha investito poco più di 33.000€.
L’unico candidato del Partito Nazionalista presente nella top ten di questa lista è Joe Giglio al fronte di una spesa di quasi 32.000€.
A parte il riconfermato Robert Abela che, insieme al leader del PN Bernard Grech, non ha speso un centesimo proveniente dalle proprie tasche, i candidati più “parsimoniosi” provengono tutti dal PN come Eve Borg Bonello e Charles Azzopardi che hanno speso, rispettivamente, 253€ e 759€ per finanziare le proprie campagne personali.
Quel che emerge tra le pagine della dichiarazione delle spese obbligatorie, è come i candidati di entrambe le parti abbiano ammesso di aver speso denaro in doni e intrattenimenti, violando apparentemente una legge contenuta nella parte 5 del General Elections Act che vieta il treating, ovvero, la pratica di fornire cibo, bevande, intrattenimento o beni, allo scopo di influenzare in modo corrotto i voti delle persone.
Tra le “spese folli”, i 462,15€ spesi dal Nazionalista Joe Giglio per alcune scatole contenenti petali di rosa da distribuire all’elettorato femminile nel giorno della Festa della Donna o gli 11.600€ versati dal laburista Owen Bonnici che ha cercato di far breccia negli elettori con la “strada culinaria”, organizzando due serate con ricco “buffet di pasta” al Grand Excelsior di Floriana.
Infine, il sopracitato Roderick Galdes ha speso 11.400€ per organizzare un evento al Limestone Heritage di Siġġiewi comprensivo di tartine, “bevande per adulti” e “bevande per bambini”. Nel corso della campagna, Galdes ha speso 4.300€ solamente in alcool per “inebriare” le simpatie politiche dei presenti.
Segnaliamo, invece, l’errore da matita rossa di Edward Zammit Lewis, il quale, a seguito di un evento a Villa Arrigo a Naxxar, costato 1.100€, ha recapitato la fattura al Ministero della Giustizia che prontamente ha interpellato la Commissione Elettorale per accertare che le risorse governative non fossero state impiegate per le candidature del laburista.
Interrogato dall’organismo di controllo elettorale, Zammit Lewis ha affermato che la fattura era stata chiaramente indirizzata all’entità sbagliata spiegando come fosse in realtà rivolta al suo ufficio elettorale e come le spese della campagna siano state totalmente autofinanziate.
L’ex ministro della giustizia ha infine dichiarato una spesa totale per le campagne elettorali pari a 7.929€, dei quali, 5.859€ segnati sotto la voce di “spese varie”.