L’Unione Europea apprezza gli sforzi fatti da Malta per migliorare la giustizia e combattere la corruzione, ma ancora non basta a soddisfare gli standard richiesti. È quanto emerso dalla visita della delegazione europea guidata da Sophia in’ t Veld, rimasta in territorio maltese dal 23 al 25 maggio proprio per verificare i passi avanti fatti dal governo in termini di efficienza giudiziaria.
Dalle verifiche degli eurodeputati emerge come la giustizia maltese sia ancora troppo lenta e in molti casi inefficiente, come per l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba nel 2017 e con l’indiziato principale ancora senza condanna, come spiega proprio in’ t Veld: «È scioccante che in quattro anni e mezzo dall’omicidio, ancora non sia stata fatta giustizia. Il presunto mandante non è stato ancora condannato» commenta, mettendo il caso a confronto con la vicenda del giornalista Ján Kuciak, ucciso in Slovacchia nel 2018, il cui assassino è già stato assicurato alla giustizia mentre proseguono le indagini nei confronti di alcuni politici presumibilmente coinvolti.
L’eurodeputata olandese ha accolto con favore gli sforzi messi in campo negli ultimi tempi dalla FIAU per combattere i reati finanziari, tuttavia, secondo la delegazione europea, nella giustizia maltese ci sarebbero ancora più ombre che luci.
Secondo Franco Roberti, eurodeputato italiano membro della delegazione, l’impressione è che il governo maltese abbia adottato delle riforme «esclusivamente a causa delle pressioni esterne esercitate sul Paese da entità come la Commissione di Venezia e il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO)», suggerendo un cambio di cultura politica e istituzionale nell’interesse di cittadini «e non perché lo richiede l’Unione Europea».
La delegazione europea si è detta inoltre “fortemente preoccupata” in merito al regime della vendita dei passaporti ancora in atto nel Paese, l’ultimo in tutta l’UE a non averlo ancora abbandonato e, ribadendo il concetto già esposto in precedenza dal Parlamento europeo secondo il quale «la cittadinanza europea non è in vendita», ha chiesto nuovamente l’immediato ritiro del programma.
Gli eurodeputati hanno evidenziato anche i numerosi ostacoli alla libertà e al pluralismo dei media, per quanto riguarda – ad esempio – l’accesso alle informazioni e il finanziamento potenzialmente discriminatorio dei mezzi di comunicazione, suggerendo di affrontare quanto prima anche questa problematica.
«C’è stato un processo di riforma, ma manca di ritmo e velocità. Riteniamo che alcune riforme siano incerte e incomplete» commenta ancora in’ t Veld, che si dice inoltre preoccupata anche per l’indebitamento e sulla mancanza di trasparenza sul finanziamento dei partiti politici, affermando che le due principali liste del Paese avrebbero debiti per decine di milioni di euro, pari a circa dieci volte il budget del partito olandese al quale appartiene la stessa in’ t Veld.
Nel corso della loro visita la delegazione ha inoltre proposto al governo di Malta di riformare i metodi di lavoro del parlamento per renderlo più efficiente, ricevendo però reazioni non entusiaste: «Al momento non sembrano esserci intenzioni di cambiamento. Ma le nostre proposte non sono state respinte a priori» spiega sempre in’ t Veld, che quindi non esclude risvolti positivi in un prossimo futuro.